“Voglio annunciarvi che questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica”. Così Mario Draghi nella giornata di ieri intervenendo in Consiglio dei Ministri. In serata il Capo del Governo è salito al Colle, Mattarella ha però respinto le dimissioni di Draghi.
Il discorso “fulmine” di Draghi
“Buonasera a tutti, voglio annunciarvi che questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica. – dice Draghi nel suo discorso-. Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più. È venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo.
In questi giorni da parte mia c’è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche. Come è evidente dal dibattito e dal voto di oggi in Parlamento questo sforzo non è stato sufficiente.
Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più. Vi ringrazio per il vostro lavoro, i tanti risultati conseguiti. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo raggiunto, in un momento molto difficile, nell’interesse di tutti gli Italiani. Grazie!”

La decisione di Mattarella
In serata, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha poi respinto le dimissioni del premier Mario Draghi e ha invitato il Presidente del Consiglio a presentarsi al Parlamento.
La scelta di Mattarella – si precisa poi dal Colle -, di mandare in Parlamento il governo Draghi, risponde nella visione del Quirinale a un preciso dovere democratico e di trasparenza, dovuto al Paese.
Le reazioni dei partiti
“Non si può vivacchiare”. Questo il commento indiretto di Draghi in queste ore che lascia trasparire un atteggiamento irremovibile del Capo del Governo. Di Maio accusa gli ex colleghi del 5 Stelle di irresponsabilità. La Lega, ancora in maggioranza, invita al voto strizzando l’occhio a Giorgia Meloni che dalle file dell’opposizione vuole votazioni urgenti. Il Pd e le altre forze di Governo, tra cui Forza Italia, spingono per una “coalizione di resistenza” per mantenere in piedi il governo con un nuovo quadro di alleanze. Previsto un prossimo intervento in aula di Draghi per mercoledì. Queste saranno giornate decisive.
Come nasce la crisi di Governo
La crisi di Governo, frutto anche della scissione del Movimento 5 stelle , si è sviluppata velocemente intorno al voto di fiducia sul Decreto Aiuti. Al voto si è astenuto il M5S che non si è presentato in aula. Sul Decreto, Conte – richiamato internamente alla “coerenza” – ha fatto a Draghi una serie di richieste “inascoltate”, su tutte: il rinnovo del Superbonus edilizio, un rafforzamento del reddito di cittadinanza e lo stralcio di una norma che consentirebbe la costruzione di un termovalorizzatore per rifiuti a Roma (verso cui il M5S si oppone da tempo).
Potrebbe interessarti anche: Rogo a Città della Scienza condannato l’ex custode
Dicci cosa ne pensi di SiComunicazione: CLICCA QUI