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Rapinato e ferito con un coltellino da ragazzini: il racconto di Autuori

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Nel posto sbagliato al momento sbagliato: così ha commentato i fatti Ugo Autuori, il noto manager dei VIP che, la notte scorsa, è stato rapinato a pochi passi dal portone d’ingresso di casa sua.

Le parole del manager

“Ero di ritorno da Maddaloni dove avevo lavorato per la festa di Michele Arcangelo con vari artisti”, ha spiegato Autuori nel corso di un’intervista. A pochi metri da casa sua, al telefono, il noto manager ha notato che qualcosa non andava: nel giro di un battito di ciglia si è visto avvicinare da due ragazzini a bordo di uno scooter, armati di coltellini e di pessime intenzioni.

“Uno dei due si è affiancato alla portiera dal mio lato: aveva un coltellino in mano e mi ha intimato di consegnargli il portafogli“, ha continuato Autuori. “Ho provato a opporre resistenza, ma li ho solo fatti innervosire e mi hanno ferito con l’arma da taglio sul viso”.

Il furto e l’amara considerazione di Autuori

Ad Autori è stato portato via un borsone sportivo al cui interno, oltre al portafogli e agli effetti personali, c’erano anche importanti documenti di lavoro. “Mi è venuto da pensare che mi possano aver seguito da Maddaloni, ma lo ritengo poco probabile. Credo che si tratti di due balordi che giravano in strada a tarda notte alla ricerca della vittima designata e mi sono trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato”.

Una casualità, insomma, e non un atto mirato, per l’uomo. Certo è che, però, Napoli e la sua provincia, nell’ultimo anno, non hanno brillato per sicurezza e tranquillità. Secondo i dati pubblicati nell’Indice della criminalità dal Sole 24 Ore, il capoluogo campano si piazzerebbe decimo nella classifica finale, con oltre 4.200 denunce ogni 100mila abitanti per un totale di 125.119 denunce emesse nell’ultimo anno.

Un punto sulla criminalità a Napoli

A Napoli, però, spetta il triste primato nazionale per il maggior numero di scippi denunciati (143 per 100mila abitanti), con un solido terzo posto nella lista dei furti di autovetture e in quella delle rapine, un quinto posto in tema di estorsioni, settimo sia per omicidi volontari che per furti e un nono per l’usura. Prima anche in fatto di Associazioni di tipo mafioso, ma questo risultato, assieme a quello relativo all’usura, porta subito a far scattare un campanello d’allarme nella lettura dei dati riportati: quanto sono attendibili, queste classifiche, se si basano sulle denunce presentate e non sui fatti effettivamente avvenuti.

I dati dell’Indice

“Napoli non si piazza tra i primi posti, ma la media è rilevata anche dal numero di denunce”, ha sottolineato Antonio De Iesu, assessore comunale alla Sicurezza ed ex questore e vicecapo della Polizia. “Ad esempio, per i reati di usura Napoli non figura tra i primi posti, ma questo solo perché le statistiche si basano su quante persone si rivolgono all’autorità e la mia sensazione è che dietro quei numeri ci sia un sommerso difficile da quantificare perché c’è ancora troppa paura”.

Discorso simile per quanto riguarda le associazioni di tipo mafioso, appunto: oltre alle caratteristiche intrinseche del tessuto sociale, la differenza la fa il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura. Se i cittadini non hanno la percezione di sicurezza, banalmente, non si sentono al sicuro nel denunciare gli illeciti.

I commenti di Morcone e De Iesu

“Gli scippi sono una vecchia piaga, ma per arginarla non basta solo la risposta di Polizia, serve fare anche prevenzione perché ormai sono sempre più giovani gli artefici di questi reati”, ha spiegato l’assessore regionale alla Sicurezza, Mario Morcone. “A me preoccupa di più che la dispersione scolastica in città sia al 20 per cento e che in alcuni quartieri sfiori il 50 per cento”. “Il vero dramma”, gli hanno fatto eco le parole dell’assessore De Iesu, “è che l’età media degli autori si abbassa sempre di più”.

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