E’ durissima la sentenza emessa dal Tribunale nei confronti di 12 persone ritenute responsabili di disastro ambientale. Per loro, pene estremamente salate.
L’accusa durissima
Entrano a pieno diritto nel girone infernale di chi ha rovinato irrimediabilmente l’ambiente e l’ecosistema dodici persone, ritenute responsabili dal Tribunale di Torre Annunziata di “alterazioni irreversibili all’ecosistema marino e al sistema costiero“. I danni, si legge, dovuti all’escavazione e all’esportazione di interi pezzi di roccia frammentata avrebbero provocato la morte di milioni di organismi e di micro-organismi.
Il processo con rito abbreviato
Nel corso dell’udienza preliminare, il giudice Fernanda Iannone aveva confermato i capi d’accusa, con la conseguente richiesta del sostituto procuratore Antonio Barba e del procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli di pene che andavano dai 4 ai 12 anni. A seguito del processo celebrato con il rito abbreviato, in seguito a una maxi inchiesta portata avanti dalla Capitaneria di Porto in collaborazione con la Procura, la sentenza.
Per i 12 imputati, le pene disposte vanno dai 3 ai 6 anni di reclusione. Per le parti civili, il giudice ha anche contemplato un risarcimento. Una riduzione piuttosto drastica della richiesta posta da Barba e Filippelli, le cui motivazioni saranno rese note entro 90 giorni.
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