Erano gli anni della guerra tra il clan Gionta e i Limelli-Vangone, una faida che nel giro di quasi un decennio ha portato a diversi omicidi tra i comuni di Torre Annunziata, Boscoreale e Trecase. Oggi, la svolta su un’esecuzione avvenuta quasi vent’anni fa.
L’esecuzione vent’anni fa: arriva la svolta sul caso
Sono due gli individui fermati dai Carabinieri di Torre Annunziata e condotti in carcere perché gravemente indiziati di concorso in omicidio aggravato dal metodo mafioso. I due, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbero dietro l’esecuzione avvenuta quasi vent’anni fa di Liberato Ascione. Ne avrebbero deciso a tavolino la morte e, poi, avrebbero messo in atto il loro piano proprio come, tra il ’98 e il 2004, avevano fatto Giovanni iapicca, Antonino Paduano, Liberato Guarro, Luigi Maresca, Gennaro Longobardi e Vincenzo Saurro.
Liberato Ascione, ex dipendente delle Poste ritenuto dagli inquirenti vicino al clan Limelli-Vangone, fu ucciso in via Settembrini a Boscoreale. Come lui, a essere stroncati dai Gionta, anche Ciro Bianco, Domenico Saverese, Ciro Balzano e i fratelli Angelo e Domenico Scoppetta. A consentire alle forze dell’ordine di sbrogliare la matassa era stato il collaboratore di giustizia Aniello Nasto. “A Torre Annunziata occorreva far fuori i soggetti già affiliati ai Limelli“, aveva raccontato alla DDA Nasto, perché quel clan disturbava il controllo sulle piazze di spaccio della città.
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