Appena due giorni fa Napoli ha festeggiato l’anniversario della nascita del grande Eduado. Come raccontato dalla direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli, Candida Carrino, però, un nuovo documento riemerso dai registri anagrafici originali del secolo scorso riscriverebbe la sua storia.
L’atto di nascita originale di Eduardo De Filippo
Secondo i registri anagrafici, custoditi presso l’Archivio di Stato di Napoli, infatti, la nascita di Eduardo De Filippo sarebbe stata il 26 maggio. A impugnare il documento numero 577 del 30 maggio 1900, la direttrice dell’Archivio, Candida Carrino. “Si è presentata alle ore 11 antimeridiane, al Segretario della Prima Sezione Napoli-Chiaia, il cavaliere Oreste Trombaccia, Luisa De Filippo, di anni 21, casalinga, domiciliata in questa città, alla via Vittoria Colonna numero 5, che ha dichiarato che, alle ore otto pomeridiane del dì ventisei del corrente mese, dalla sua unione naturale con un uomo celibe non parente né affine nei gradi che ostano al riconoscimento, è nato un bambino che mi presenta e a cui dà il nome di Eduardo”. Questa la rivelazione della direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli. “Un documento inconfutabile”, prosegue Carrino, “con tanto di due testimoni, del tutto avulsi dalla famiglia Scarpetta. Stupisce che, nell’arco della sua vita, il grande commediografo e attore non abbia mai corretto la sua biografia”.
“Nel documento”, prosegue la direttrice, “Luisa De Filippo commette però un falso in atto pubblico“. La donna, insieme ai due testimoni, ha infatti taciuto “il nome del padre naturale” del neonato e attestato “che si trattava di uomo celibe non parente né affine”. “Eduardo Scarpetta, re del teatro napoletano, all’epoca 47enne, infatti, era coniugato da 24 anni con la zia di Luisa, Rosa, ed ebbe altri figli fuori dal matrimonio, oltre ai fratelli De Filippo”. Una storia già nota, questa, che ora si arricchisce di nuovi dettagli. “Stupisce come, a tre giorni e mezzo dal parto, Luisa si fosse recata personalmente allo Stato Civile per registrare la nascita di Eduardo. Giovane e forte, affrontò con pragmatismo la sua condizione”, conclude Carrino.
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