Anche oggi alle prime luci dell’alba, i Carabinieri del comando provinciale di Napoli sono entrati in azione: stavolta, per eseguire un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di 29 soggetti ritenuti appartenenti al clan Sorianiello.

La disposizione della DDA nei confronti del clan

Su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, il gip del tribunale di Napoli ha richiesto l’arresto per loro, ma non tutti sono stati individuati. Simone Sorianiello e Simone Bartiromo, rispettivamente boss del gruppo omonimo e punto un riferimento nell’approvvigionamento della cocaina dopo l’arresto del narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale e del suo braccio destro Bruno Carbone, sono risultati irreperibili, mentre un terzo indagato, Giuseppe Gaetano, era invece deceduto tempo fa per cause naturali.

Lo scacco al gruppo già due anni fa

L’arsenale del gruppo, scoperto il 13 gennaio 2021 in un negozio di frutta, era stato sequestrato a Bagnoli, a non molta distanza dal rione Traiano dov’è avvenuto il blitz. A gestire quell’attività, il cognato del boss Soraniello, che in quell’occasione era stato arrestato e successivamente condannato in primo grado. Dalle indagini è emerso anche che il fruttivendolo svolgeva il ruolo di corriere. Quel giorno, nei locali della sua attività, i carabinieri avevano sequestrato 10 mitragliatori, un fucile a pompa, 11 pistole, un silenziatore, oltre 300 proiettili di vario calibro, 3 giubbotti antiproiettile e 14 chilogrammi di droga tra hashish e marijuana.

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