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44 anni fa il terremoto dell’Irpinia, visita di Piantedosi e Musumeci

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Ore 19.34, 23 novembre 1980, una scossa che raggiunge i 6.8 gradi della scala Richter mette in ginocchio una vasta zona del meridione. Anche se passerà alla storia come il terremoto dell’irpinia. Vengono devastati quasi 700 comuni con conseguenze drammatiche per le popolazioni del triangolo di terra compreso tra le città di Avellino, Potenza e Salerno: il bilancio è di quasi tremila vittime, diecimila feriti e trecentomila sfollati.

Una ferita che rimane indelebile

44 anni dopo la ferita rimane indelebile, il ricordo di chi ha vissuto ed è sopravvissuto ai momenti della scossa e dei mesi successivi non si è mai spento. In molti, tra quelli che riuscirono a salvarsi, non ci sono più o sono molto anziani. Bisogna però tenere viva la memoria collettiva.

Le parole di Piantedosi sul sisma dell’80

A ricordare le vittime del sisma dell’80 il ministro dell’interno Matteo Piantedosi che in giornata insieme al ministro per la protezione civile Nello Musumeci si sono recati a Sant’Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino. “Portiamo la vicinanza del governo a tutta la comunità dell’Irpinia ancora segnata nel cuore dall’indelebile ferita provocata dal terremoto che 44 anni fa colpì questo straordinario territorio. Un tragico giorno in cui migliaia di persone persero la vita. A loro va il nostro commosso ricordo”. Questa la nota di Piantedosi

Ad accogliere i ministri l’arcivescovo Cascio

Proprio a Sant’Angelo dei Lombardi che 44 anni fa registrò 482 vittime, ad accogliere i ministri, oltre al sindaco Repole ci sarà l’arcivescovo Cascio che ha dichiarato alla vigilia “Dopo 44 anni sentiamo questi legami spiritualmente più forti. Se siamo cresciuti, lo dobbiamo anche quelle vittime innocenti del sisma.
Dalla gratitudine e dalla tristezza nasce la speranza.”

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