Fanno parte della sezione napoletana di CasaPound, gli aggressori di Roberto Tarallo, il fotografo e musicista pestato brutalmente nel quartiere Vomero tre mesi fa perché indossava una toppa antifascista su un gilet. Alcuni di loro erano ad Acca Larentia, lo scorso 7 gennaio, tra le fila delle molte persone che si sono esibite con il saluto romano. All’indomani dell’esecuzione delle quattro misure cautelari emesse del gip Linda Comella per i reati di rapina e lesioni aggravate, porto di oggetti atti a offendere e ricettazione, l’attenzione sulle violenze di matrice politica torna alta.
“Credo che qualsiasi Paese trovi la forza per contrastare gli estremismi“, ha detto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. “In Italia abbiamo vissuto la stagione del terrorismo che fu rosso e nero e le forze democratiche del Paese si sono unite senza nessuna differenza per la difesa della democrazia. Mi auguro che questo modo di essere continui. Al di là dell’orientamento politico del Governo in carica ci vuole una ferma posizione contro ogni estremismo”.
Sul caso dell’aggressione fascista al Vomero anche il deputato Carotenuto
Tra i destinatari degli arresti domiciliari ci sono un 39enne dipendente del ministero dei Beni Culturali, tra i presenti all’adunata di Acca Larentia, e un 28enne collaboratore del console ucraino a Napoli, ritenuto legato a fazioni neofasciste ucraine come il battaglione Azov. A chiedere chiarimenti in merito ai fatti del Vomero, ancora una volta, il deputato dei Cinque Stelle Dario Carotenuto, già firmatario di un’interrogazione parlamentare al ministro Piantedosi.
“Gli arresti di quattro esponenti di CasaPound a Napoli, considerati i principali sospettati per l’aggressione ai danni di Roberto Tarallo, rappresentano una risposta importante dello Stato a chi pensa di poter agire impunemente in azioni di ispirazione fascista“. Queste le parole del pentastellato Carotenuto, che ha ugualmente ripetuto come il gruppo chieda che chiarezza sulla loro partecipazione alle commemorazioni di Acca Larentia. “Da parte di Giorgia Meloni e dell’intero Governo resta una grave ambiguità sul tema, fondante per la nostra repubblica, dell’antifascismo. Il ministro Piantedosi chiarisca ogni aspetto di questa inquietante vicenda“, le sue parole.
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