Sono bastate quarantott’ore per definire coloro i quali scenderanno in campo per concorrere alla successione di Luigi de Magistris quale sindaco di Napoli. Gli ultimi a scegliere i candidati sono stati proprio i partiti del cossiddetto arco costituzionale. Nell’ambito del centrodestra il magistrato Catello Maresca dopo quasi un anno di rumors ha sciolto la riserva e, incalzato dalla stampa circa il proprio schieramento di appartenenza ha ribadito che la sua candidatura vuole essere unificatrice, puntando su un progetto civico nuovo, al di là degli schieramenti. L’asse Pd-Cinque Stelle-Italia Viva-CentroSinistra è riuscito invece a convincere l’ex rettore della Federico II e ministro dell’Università Gaetano Manfredi. In questo caso decisivo è stato un patto tra i partiti dell’ex maggioranza giallorossa che si impegnano a fare presente al governo la necessità di aiutare le casse di Napoli, oberate di debiti pregressi, prolungatisi per decenni che impediscono assunzioni e quindi lo svolgimento dei servizi pubblici essenziali. Ma sul fianco sinistro vi sono altre candidature, tra le quali quella di Sergio D’Angelo, già assessore nella prima giunta de Magistris nonché figura di riferimento del terzo settore che, con parte dell’ex maggioranza arancione e spinto da una fetta consistente del mondo dell’associazionismo punta a far ripartire i servizi.
A difendere invece la maggioranza uscente sarà Alessandra Clemente, che ha iniziato la sua avventura di gestione della città da assessore nel 2013 e che è chiamata a compattare la maggioranza, oggi risicata, del sindaco de Magistris per riproporre lo schema civico di questi dieci anni con qualche distinguo. A chiudere il quartetto di sinistra, ma tra i primi ad annunciare la sua candidatura, Antonio Bassolino, sindaco dal 1993 al 2000, pronto a dire la sua nella disfida elettorale.