Bortone aveva perso la vita a inizio mese nel corso di quello che aveva tutta l’aria di essere un agguato di matrice camorristica. Dopo alcune settimane di indagini, i Carabinieri hanno individuato e fermato quattro persone. A emettere il decreto nei loro confronti, la Procura Distrettuale Antimafia di Napoli.
Braccati dagli agenti per la morte di Bortone
Omicidio e tentato omicidio aggravato dalle modalità mafiose. Sono queste le accuse con cui tre trentenni e un ventenne sono stati arrestati questa mattina dagli agenti dell’arma dei carabinieri. Contro i quattro, infatti, i militari avrebbero raccolto diversi indizi di grave colpevolezza. Mentre due dei presunti responsabili dell’omicidio di Antonio Bortone entravano inazione, nello stesso comune di Sant’Antimo gli altri due provavano – senza successo – a fare lo stesso con Mario D’Isidoro, anche lui ritenuto vicino al clan Ranucci. Il motivo dell’omicidio di Bortone e del tentato omicidio di D’Isidoro, secondo chi indaga, sarebbe da ricercare nel controllo delle piazze di spaccio del comune di Sant’Antimo.
Nello specifico, lo scorso 8 marzo, i quattro avrebbero esploso numerosi colpi contro i loro due bersagli: 17 i bossoli repertati dalle forze dell’ordine. Alcuni proiettili avrebbero raggiunto Bortone, colpendolo fatalmente e lasciandolo senza vita al suolo. D’Isidoro, invece, sarebbe stato solamente ferito: secondo quanto ricostruito, la traiettoria dei proiettili diretti a lui sarebbe stata deviata dal borsello che gli cingeva di traverso il busto. Dopo un breve ricovero all’ospedale di Aversa, infatti, sarebbe stato dimesso. I quattro arrestati – C. M., 34enne di Scampia; V. G., 31enne, e L. M., 23enne, entrambi di Sant’Antimo; C. F., 31enne di Grumo Nevano – dovranno rispondere dell’accusa di omicidio e tentato omicidio aggravati dalle modalità mafiose.
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