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Corruzione, 17 misure cautelari: anche un sindaco di Forza Italia

C’è anche un sindaco e coordinatore provinciale di Forza Italia tra i destinatari delle 17 misure cautelari (3 arresti in carcere, 7 ai domiciliari e 7 tra divieti di dimora e interdizioni) notificate oggi dai Carabinieri al termine delle indagini coordinate dalla DDA per presunta corruzione. Atti contrari ai doveri d’ufficio, istigazione alla corruzione, turbata libertà degli incanti, riciclaggio e autoriciclaggio: questi gli elementi su cui le autorità hanno indagano negli ultimi mesi nel casertano.

A finire ai domiciliari è stato il sindaco di Arienzo, Giuseppe Guida, tra l’altro coordinatore provinciale per il casertano di Forza Italia. Tra gli indagati ci sarebbe anche Luigi Bosco, ex consigliere regionale e attuale coordinatore regionale di Azione. Sotto indagine anche l’ex consigliere regionale dell’UDEUR nonché imprenditore dei rifiuti di Casal di Principe, Nicola Ferraro, che già ha scontato 7 anni di carcere per concorso esterno in camorra, e l’ex direttore generale dell’Asl di Caserta, Amedeo Blasotti.

L’indagine dell’Arma

A quanto si apprende, Guida sarebbe accusato di aver concesso nel 2019 l’appalto per il servizio di raccolta rifiuti del Comune di Arienzo in cambio del favore elettorale. Ferraro, in particolare, avrebbe continuato a “operare” nel settore ambientale, infiltrando, come fatto già in passato per conto del clan dei Casalesi (fazione Schiavone-Bidognetti), le amministrazioni pubbliche, tra Comuni e Asl. A parere degli inquirenti, l’ex consigliere regionale avrebbe perpetuato il sistema di accaparramento di appalti pubblici a imprese da lui indicate, ovviamente dietro favori e appoggi elettorali.

Il sistema illecito svelato dalla Dda riproduceva quello che già Ferraro aveva messo in piedi prima della condanna a sette anni, solo che in questo caso l’ex consigliere regionale, hanno accertato i carabinieri del Reparto Operativo di Caserta coordinati dai pm anticamorra Vincenzo Ranieri e Maurizio Giordano, non agiva con aziende proprie, ma muoveva i fili di un cartello di aziende di proprietà di imprenditori che a lui facevano riferimento, e che quando ottenevano, grazie al suo potere e alle sue conoscenze, appalti per il servizio rifiuti o per la sanificazione di ospedali, gli pagavano una percentuale.

L’indagine aveva già avuto uno step importante a fine 2023, quando i carabinieri trovarono e sequestrarono a casa di un imprenditore vicino a Ferraro due milioni di euro in contanti, ritenuti proprio parte del giro di denaro relativo agli appalti aggiudicati alle aziende di riferimento di Ferraro.

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