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Aumentano i casi di West Nile, 20 confermati in Italia

zanzara foto west nile virus envato

Aumentano i casi di febbre da virus West Nile in Italia. Dopo il decesso di una donna di 82 anni a Latina lo scorso 20 luglio, altri contagi sono stati confermati e, nell’arco di poche ore, il numero è raddoppiato passando dai 10 certificati dall’Istituto superiore di sanità nel 2025 fino a ieri – con due decessi – ai 20 di oggi. Sono stati infatti segnalati 8 nuovi ricoveri in Campania ed altri due casi nel Lazio. Resta alta l’attenzione sulle misure di prevenzione: oltre ai piani di disinfestazione sul territorio, sono scattate anche le procedure di sicurezza rispetto alle donazioni di sangue ed i trapianti.

L’infezione – trasmessa all’uomo dalle zanzare e che non è trasmissibile da persona a persona – in rari casi può infatti verificarsi anche a seguito di trasfusioni di sangue, trapianti di organi e trasmissione verticale durante la gravidanza. Sono otto i casi di infezione da virus West Nile, quattro gravi, in rianimazione, negli ospedali Moscati di Aversa e Cotugno di Napoli. Si tratta per lo più di persone che hanno trascorso un periodo di vacanze nella zona di Baia Domizia, nel Casertano dove sarebbe stato localizzato un cluster. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), mentre nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

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