Si chiude con un lieto fine, la storia della sparizione del piccolo Matias, il bimbo di 7 anni portato via al padre – al quale era stato concesso l’affidamento del figlio, dopo la separazione – oltre un mese fa dalla madre. Dopo lunghe settimane senza riuscire a scoprire dove fosse il piccolo, il logorante muro del silenzio è stato rotto da una videochiamata. Il telefono del 44enne squilla: dall’altro lato c’è proprio il bimbo. “Papà io sto a casa, ma tu dove sei andato?”, gli chiede Matias. “A casa dove?”, domanda il genitore. “A casa a Milano”, finisce il piccolo, prima che una voce femminile entri in campo e la chiamata, di lì a pochissimo, termini. Gli elementi, però, bastano. L’uomo contatta i suoi legali, che nelle ultime quarantott’ore avevano contribuito alla diffusione a macchia d’olio della notizia della sparizione del piccolo.

Gli ingranaggi vengono rimessi in moto e, nella sera di ieri, il piccolo viene rintracciato dagli agenti della Polizia nell’abitazione dell’ex moglie dell’uomo. “Anche alla luce di questa videochiamata chiediamo che si imprima un’accelerazione alle indagini, come avviene nei casi di sequestro di persona per salvare l’ostaggio. Ogni secondo può esser importante”, aveva detto ieri l’avvocato Pisani. “È triste dover constatare che, a parti inverse e cioè se ad aver prelevato illegittimamente il figlio fosse stato il padre, sarebbero state messe in campo anche le teste di cuoio. Le forze dell’ordine, nonostante loro indagini, non sono ancora riuscite a rintracciare il bambino, né a sapere notizie dalla madre, che non si comprende se sia stata almeno interrogata dal magistrato della Procura di Milano. Dov’è la giustizia e l’umanità in questa vicenda?”.

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