Sentenza shock per i quattro imputati per la morte di Maurizio Cerrato, ucciso da una coltellata infertagli la sera del 19 aprile 2021. Non riconosciuta l’aggravante dei futili motivi.
Sentenza shock sul caso Cerrato
Niente ergastolo per i quattro imputati per la morte di Maurizio Cerrato che, quella sera di tre anni fa, aveva perso la vita nel corso di una lite per un parcheggio a Torre Annunziata. Giorgio e Domenico Scaramella e Domenico e Antonio Cirillo sono stati invece condannati dai Giudici della Corte d’Assise del Tribunale di Napoli a 23 anni di carcere a testa. “Io ho perso già due anni fa quando mi hanno strappato mio marito”, sono state le prime parole a caldo della vedova di Cerrato, Tania Sorrentino, “oggi invece ha perso lo Stato“.
Sono state tre, lunghissime ore, quelle trascorse oggi in Tribunale dalla famiglia e dai loro legali assieme agli avvocati dei quattro imputati per il caso Cerrato. Un’attesa estenuante che a un certo punto aveva visto anche la figlia di Maurizio, Maria Adriana, accusare anche un malore. Il difensore d’ufficio dei fratelli Scaramella e dei fratelli Cirillo, però, è riuscito nell’impresa. Dopo che erano stati chiesti ergastoli per ognuno dei quattro uomini coinvolti dall’accusa, la sentenza shock ha ribaltato la situazione: 23 anni a testa. Questa la pena anche per Antonio Cirillo. Dei quattro, era stato lui a impugnare il coltello e sferrare la coltellata che aveva stroncato l’ex vigilante degli Scavi di Pompei.
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