“A giugno ‘festeggiamo’ due anni dalla spesa di 600 mila euro, un miliardo e 200 milioni delle vecchie lire, per l’acquisto di un modulo prefabbricato da destinare ad interventi chirurgici all’ospedale Cotugno. Ma non è mai stato utilizzato. Nella sanità continua lo spreco di risorse pubbliche. E continuano gli scandali su cui chiederemo di fare piena luce a chi di competenza!”.
Luigi D’Emilio, leader della Cisl Funzione Pubblica di #Napoli, punta il dito contro l’ennesimo caso di disorganizzazione in cui versa il settore in città, con conseguenze pesanti, ed in alcuni casi devastanti, per pazienti affetti da patologie gravissime, a partire dall’Aids.
Modulo chiuso e mai riaperto
La storia inizia due anni fa, con lo scoppio della pandemia, allorchè viene chiusa la sala operatoria del nosocomio, che veniva utilizzata nel 90% dei casi per gli ammalati di Aids, per ristrutturarla e renderla più efficiente e funzionale alle esigenze mediche. Da allora non è più stata riaperta e si è tuttora in attesa dei lavori da fare.
Nel frattempo, con deliberazione del direttore generale del 3 giugno 2020, viene deciso di acquistare un container attrezzato per effettuare ‘tutti gli interventi chirurgici non differibili ai pazienti affetti da malattia covid-19, mantenendo all’interno del Corpo G tutto il percorso che riguarda il paziente, dall’ambiente operatorio alla terapia intensiva alla degenza post-operatoria’, per una spesa di 488 mila euro Iva esclusa. In dettaglio, si tratta di un modulo di 5 metri per 14 corredato di locale di preparazione del chirurgo e di preanestesia e risveglio, e di un tavolo a colonna mobile e piano trasferibile per la chirurgia, attrezzato con gli strumenti del caso.
Pazienti da mesi in attesa di chiamata
Ultimata la procedura prevista dalla legge con il perfezionamento del contratto e la successiva acquisizione della struttura al patrimonio del Cotugno tutto si ferma. “A 20 mesi di distanza – sottolinea il segretario generale della Fp di Napoli – nulla si muove. Vogliamo sapere perché. Così come vogliamo sapere come si farà a svuotare la lunghissima lista di attesa per gli ammalati immunodepressi che da tutta la Campania ed anche da altre regioni hanno chiesto e chiedono di essere visitati presso l’ospedale che rappresenta la struttura di riferimento regionale per la diagnosi e la cura delle malattie infettive, e da mesi e mesi sono in attesa di chiamata. E’ una cosa vergognosa. Si spendono soldi dei cittadini – conclude D’Emilio – senza offrire in cambio i servizi dovuti di cui hanno bisogno con urgenza persone particolarmente fragili come quelli colpiti da Hiv. Vogliamo che vengano individuate le responsabilità per tutto questo e che venga fatta giustizia perché non si possono ledere diritti fondamentali come quello alla salute per nessun motivo.”
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