Continua a ingigantirsi la baraonda scaturita in seguito all’arresto, tra gli altri, del garante dei detenuti di Napoli, Pietro Ioia, come risultato dell’inchiesta sul traffico di droga e telefoni cellulari all’interno del Carcere di Poggioreale.

Un errore fatto a monte, per Di Giacomo

Le intercettazioni degli inquirenti non lascerebbero ombra di dubbio sul coinvolgimento di Ioia: nelle riprese delle telecamere nascoste si vede il garante, a colloquio con Vincenzo Castello, anch’egli raggiunto dalla misura cautelare, allungare frettolosamente al detenuto qualcosa che poi quest’ultimo nasconderà nei pantaloni.

La situazione interna al Carcere, però, sarebbe già stata denunciata in passato dal segretario generale del SAPPE, il Sindacato di Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo, assieme al consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli. “Il mondo del carcere è un mondo dimenticato”, denuncia Di Giacomo, “in cui la politica ha sbagliato e continua a sbagliare“. In merito alla Casa Circondariale partenopea, il segretario Di Giacomo ha poi aggiunto: “Poggioreale è l’emblema del fallimento del sistema carcerario italiano”.

La dura condanna di Borrelli

Nel corso del sit-in organizzato all’esterno del Carcere di Poggioreale, assieme a Di Giacomo, è intervenuto anche il consigliere Borrelli, che ha criticato la scelta già in prima battuta di Ioia come garante dei detenuti. “Non possiamo pensare che la società che debba scusarsi con un narcotrafficante legato alla camorra è impossibile”, le sue parole. “Oggi chiediamo un intervento risoluto e rapido per verificare la consistenza delle accuse ed effettuare nuove condanne, ma soprattutto, alle amministrazioni: mai più delinquenti a fare i garanti“.

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