In molti sono ancora alla ricerca di risposte, di capire se davvero la lapide del proprio caro è venuta giù nel crollo avvenuto nella notte del 5 gennaio. Cappelle gentilizie sprofondate. Come divorate dal sottosuolo. Non solo le palazzine delle due arciconfraternite crollate, con i resti mortali ad oggi ancora tra le macerie e ben 600 loculi compromessi. Nel cimitero di Poggioreale si contano anche decine di cappelle private danneggiate, a seguito dei lavori di scavo della metropolitana.
Resti e macerie sotto sequestro
In venti giorni i parenti dei defunti si sono sentiti dire sempre la stessa cosa: “Area sotto sequestro, non si può fare nulla”. E dopo tutto questo tempo, quei resti sono ancora nella stessa posizione, esposti alle intemperie dell’inverno napoletano. Sono visibili a occhio nudo anche da via Nuova Poggioreale. Fin dalle prime ore successive al crollo è stato riportato dai comunicati del Comune e della società Metropolitana di Napoli, che a causare il cedimento sarebbe stato un problema nei lavori di scavo del tunnel della Linea 1 che dovrebbe collegare Poggioreale a Capodichino.
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