Tante segnalazioni, nessun intervento. Questo, in sostanza, è quanto emerso dalle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Napoli sul caso del crollo della Vela Celeste di Scampia. Ora, nel registro degli indagati, sono stati iscritti i primi nomi: poco più di una decina, tutti funzionari pubblici del Comune di Napoli o dipendenti delle partecipate di Palazzo San Giacomo.
Le ipotesi di reato
Le ipotesi di reato, nei loro confronti, sono dure: crollo colposo, omicidio colposo plurimo. Da un lato, andrà chiarito come mai non fosse stato eseguito alcuno sgombero dell’edificio, nonostante fosse stata emanata già nel 2016 un’ordinanza che lo disponeva; dall’altro, bisognerà capire per quale motivo siano mancati diversi interventi di manutenzione e di messa in sicurezza, all’interno della Vela, risultata negli anni pericolosa per chi vi risiedeva. Non ci sarebbero politici, tra gli indagati, solo impiegati e funzionari che, nel tempo e in misura diversa, si sono occupati per conto dell’Amministrazione della gestione della Vela Celeste.
Gli abitanti chiedono ancora verità e giustizia
Sette mesi dopo il crollo del 22 luglio scorso, in cui persero la vita Patrizia Della Ragione, Margherita Della Ragione e Roberto Abbruzzo, e nel quale rimasero feriti diversi bambini dai 2 ai 10 anni, la matassa inizia a essere sbrogliata. Intanto, mentre il progetto ReStart Scampia è pronto a ridisegnare il volto dell’area nord di Napoli – avvalendosi anche dei fondi del PNRR –, la voce di chi vive nel quartiere riecheggia, continuando a chiedere verità e giustizia.
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