Un minuto e mezzo quasi di video, ottantacinque secondi che restituiscono allo spettatore uno scenario demoralizzante. Antonio Brindisi, titolare di D’Antò Burger House, è stato vittima di una rapina a mano armata. Presunti autori del gesto, secondo il racconto di Brindisi, dei giovanissimi. La rabbia dell’uomo, appena uscito dal suo locale dopo il turno di lavoro emerge con prepotenza dalle riprese fatte mentre si reca dai Carabinieri per denunciare la violenza.
Alla telecamera mostra più volte il sangue che continua a sgorgargli dalla testa. Come raccontato, Antonio Brindisi sarebbe stato colpito al capo con il calcio di una pistola. In questo modo il presunto gruppo di giovani aggressori avrebbe ottenuto non solo 1500 euro in contanti – probabilmente l’incasso di quella o di più serate di lavoro al ristorante – ma anche le chiavi dell’auto dell’uomo.
“L’episodio di Torre Annunziata avrebbe potuto avere anche un epilogo diverso, ben più drammatico, se la vittima fosse stata una persona anziana”, denuncia sui social Francesco Emilio Borrelli. “La criminalità avanza ma lo Stato dov’è? Qui ogni giorno si rischia la tragedia”, accusa il deputato dell’Alleanza Sinistra Verdi. “Avevano promesso più agenti e più controlli? Dove sono? Al Governo chiediamo fatti concreti“.
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