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Adl: ” Per Spalletti la Figc deve sborsare 3 milioni” questione di principio

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Spalletti nuovo allenatore dell’Italia? è un questione di principio per Aurelio De Laurentiis. Il tecnico che ha appena vinto lo scudetto con il Napoli ha chiesto al suo presidente, un paio di mesi fa, di essere lasciato libero perché troppo stanco. Adl ha rinunciato a tenerlo in panchina con la forza ma lo ha obbligato a stare fermo per un anno, altrimenti al club partenopeo doveva essere pagata una penale da 3 milioni e passa di euro.

E’ una questione di contratto, non di vil denaro

Oggi, con le voci che accostano il nome di Spalletti alla nazionale Aurelio De Laurentiis ha voluto ribadire, che non per il vil denaro, perché quella cifra per le casse del Napoli non ha un gran valore, ma per questioni di principio se la federcalcio vuole il tecnico toscano alla guida degli azzurri deve sborsare l’intera somma. E’ una questione di contratti, e chiude il presidente, i contratti vanno rispettati. 

La lettera del presidente De Laurentiis

“Ritengo sia necessario fare chiarezza sulla vicenda Spalletti, legata al suo possibile impegno come Ct della Nazionale italiana di calcio. Ho sempre avuto grande rispetto per la Nazionale e quando ero giovane, oltre al Napoli era l’unica squadra che mi appassionava. Luciano Spalletti, pur avendo un ultimo anno di contratto con il Napoli, dopo aver vinto lo scudetto ha manifestato la volontà di prendersi un periodo di distacco dall’attività di allenatore poiché “molto stanco”. Per riconoscenza per il lavoro fatto, non ho battuto ciglio anche se avrei potuto chiedergli il rispetto del contratto. Gli ho quindi dato la possibilità di prendersi questo lungo periodo di riposo”.

“Nel concedere a Spalletti la possibilità di non adempiere al suo contratto, ho chiesto garanzie sul rispetto di questo periodo sabbatico, inserendo unapenale nel caso in cui il suo impegno fosse venuto meno” specifica il patron «Che mi appare più sorprendente è che si arrivi a poche settimane da due gare molto importanti della Nazionale, subendo le dimissioni dell’allenatore Roberto Mancini. A questo proposito sono due le principali considerazioni da fare: non si sanno tenere i rapporti con i propri collaboratori inducendoli alle dimissioni; mancano strumenti giuridici idonei a trattenere gli stessi determinando il rispetto dei contratti sottoscritti anche attraverso la previsione di specifiche penali. E se la scelta cade giustamente su Spalletti, grande allenatore con 25 anni di esperienza ad alto livello, che ha espresso il calcio migliore d’Europa nell’ultima stagione, offrendogli uno stipendio di 3 milioni netti per tre anni, non ci si può fermare di fronte all’accollo (pagare per conto dell’allenatore) di un milione lordo per anno per liberarlo dal suo vincolo contrattuale (impegno non solo verso il Napoli ma nei confronti di tutti i suoi milioni di tifosi). Tutto ciò è incoerente».

Quindi la chiosa di Adl. «Per il Calcio Napoli tre milioni non sono certo molti, e per Aurelio De Laurentiis sono ancora meno. Ma la questione nel caso di specie non è di “vil denaro”, bensì una questione di principio, che non riguarda solo il Calcio Napoli, ma l’intero sistema del calcio italiano, che deve spogliarsi del suo atteggiamento dilettantistico per affrontare le sfide guardando al rispetto delle regole delle imprese, delle società per azioni, del mercato».

Ma fino a quando si consentirà che la “regola” sia la “deroga” il sistema calcio non si potrà evolvere e continueranno a esserci i casi “Spalletti” come continueranno a esprimersi “autorevoli” commentatori che non conoscono come vada gestita in modo sano un’impresa.

https://www.sicomunicazione.it/de-laurentiis-italia-spalletti/

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