Mentre De Luca presenta il suo ultimo libro nelle trasmissioni televisive nazionali, non sono mancati i soliti commenti, certo ironici, ma non troppo, sulle prime uscite da candidato a presidente della Campania di Roberto Fico. L’ex presidente della Camera è apparso a Napoli insieme al leader dei Cinque Stelle ed ex premier Giuseppe Conte, in quella che è stata la sua prima uscita pubblica in qualità di candidato alla Regione. “Ho visto che è arrivato e ci ha illuminato di immenso” – ha commentato De Luca ai microfoni di Parenzo – Infine non ha mancato una stoccata al Pd e al fatto di non essere stato invitato alla festa dell’Unità: “Non mi hanno invitato e hanno mantenuto il livello di cafoneria”. De Luca ha ribadito che è ancora in attesa dei programmi “altrimenti è politica politicante”.
L’agenda di Roberto Fico si sta riempiendo velocemente. Da domenica pomeriggio, quando è stata ufficializzata la sua candidatura alla guida della Regione Campania, l’ex presidente della Camera ha iniziato a muoversi a pieno ritmo. Niente più incontri informali come quest’estate, quando ha percorso in lungo e in largo le aree interne della regione.
La linea: “Massimo 8 formazioni per non togliere voti ai partiti”
I dettagli fanno la differenza, tra gli esempi validi in questo senso la scelta del quartier generale della campagna elettorale, che sarà in centro città e vicino a una fermata della metro. Il nodo più delicato riguarda la gestione delle liste che comporranno la coalizione. Fico ha messo un limite: massimo otto formazioni. L’obiettivo è evitare che le cosiddette “liste bonsai” o le civiche rubino voti ai partiti principali, come accadde cinque anni fa soprattutto ai danni del Pd. «Bisogna unire, non frammentare», è il messaggio che arriva dal suo entourage. Al momento le liste sicure sono quelle di Pd, M5s, Socialisti-Repubblicani, Noi di Centro, Verdi-Sinistra, “A testa alta” (area deluchiana), oltre a due novità: “Fico presidente”, aperta a esponenti della società civile, e la lista promossa da Italia Viva, che dovrebbe chiamarsi “Riformisti per Fico” o “per la Campania”.
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