Dalla variante Delta alla super Delta: è allerta anche in Campania. In cinque mesi la variante indiana è diventata dominante in tutte le regioni italiane, superando in breve la variante Alfa “britannica”. Il 100 per cento delle infezioni dipendono oggi dal ceppo indiano che ha una trasmissibilità maggiore tra il 40 e il 60 per cento rispetto ad altri. Il suo diffondersi ha tenuto in allerta l’Europa per tutta l’estate con una nuova impennata dei contagi. Ma a preoccupare, adesso, è lo sviluppo delle sotto-varianti, definite Delta plus: a detta degli esperti, possono diventare ancora più contagiose. L’ipotesi è che prima o poi una di queste diventerà predominante, dunque più forte, ma non per questo in grado di eludere i vaccini. L’immunizzazione continua a essere riconosciuta come l’arma di difesa più efficace: la curva dei contagi resta in sostanza stabile con terapie intensive e ricoveri occupati soprattutto da non vaccinati.
In Campania sono intanto emersi 26 ceppi mutati della Delta su oltre 164 tamponi esaminati da Tigem, Istituto Zooprofilattico e ospedale Cotugno, per conto del monitoraggio nazionale dell’Istituto superiore di Sanità con la Fondazione Bruno Kessler. Tra i ceppi è predominante quello denominato AY.4. Questo è stato già riscontrato da dicembre ad agosto in 2300 casi su 7000 di variante Delta in Italia. Il ceppo è stato riscontrato in particolare nell’area di Napoli nord. Le autorità continuano dunque il monitoraggio al fine di controllare la diffusione. Bisogna individuare, in particolare, le varianti con mutazione della proteina Spike che potrebbero aggirare i vaccini. Anche per questo si lavora all’ipotesi della terza dose per potenziare l’immunizzazione.