Tachicardia, aritmia, ansia, angoscia, gioia, pianti, emozioni a non finire. È successo di tutto nella penultima giornata di campionato, durante la quale i tifosi di Napoli e Inter hanno vissuto momenti drammatici alternati ad esaltazioni di gioia. La spunta, per il momento, il Napoli che grazie al suo pareggio contro il Parma e al 2-2 tra Inter e Lazio resta ancora al primo posto con un punto di vantaggio. Alla faccia del corto muso di Allegri. Restano soltanto 90 minuti per decidere chi si potrà cucire sulle maglie lo scudetto l’anno prossimo. Uno scudetto che si sta facendo più a gara a perdere che a vincere. Diciamoci la verità. Chissà l’Atalanta come si sta disperando se non avesse perso quelle due tre gare contro squadre alla portata. Ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte. E Conte, espulso durante il match per alcune paroline non proprio da gentlemen nei confronti di Chivu, può sorridere. La partita al Tardini mette in evidenza, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, le lacune in attacco della squadra azzurra che ancora una volta fa fatica a segnare. Inguardabile lukaku, troppo leggero Raspadori, e le alternative come Anguissa e mc tominay questa volta non colpiscono. Ci sono tre pali del Napoli, un rigore prima assegnato e poi non dato agli azzurri, e due grandissime parate di Meret per i detrattori che non vorrebbero un suo rinnovo l’anno prossimo.

Certo è che cosi è davvero dura. Con i tifosi che prima sventolano le bandiere, poi le ammainano e poi si recano in massa a Capodichino con un sospiro di sollievo: lo scudetto è ancora all’ombra del Vesuvio, basta un ultimo passo contro il Cagliari già salvo, dove però questa volta non sono ammessi passi falsi. La posta in gioco è massima, l’imperativo è vincere. E non far partecipare nessun altro direbbe Frankie Hi Energy. E sarà d’accordo anche Conte. L’importante è che lo siano anche i giocatori azzurri.

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