Una laurea in Relazioni internazionali e diplomatiche all’Orientale di NAPOLI, un lavoro per la charity Westminster Drug Project a Londra occupandosi di tossicodipendenze e alcolismo, il ritorno in Campania e lo scotto del lavoro nero e precario: prima in un call center, poi come cameriere e facchino fino ad un’azienda chimica che lo ha licenziato un mese dopo che aveva tentato di mettere in piedi la rappresentanza sindacale. Giuliano Granato, 40 anni, si candida a presidente della Regione con ‘Campania Popolare’, la lista che racchiude Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Partito Comunista. Granato ci aveva già provato nel 2020, sempre con Potere al Popolo e l’anno successivo ne è diventato portavoce nazionale. “I numeri 10 nascono raramente e i Maradona una volta sola – dice – ma le partite, nella vita, si vincono anche grazie ai Renica, ai Rahmani, ai Gattuso, ai Grava. Si vincono grazie al gioco di squadra e al lavoro collettivo”. Tra le proposte, un kit antifuga dal sud per i giovani: salario minimo a 10 euro e abbonamento gratis al trasporto pubblico per chi ha un’Isee sotto i 30mila euro, sicurezza sul lavoro e medicina preventiva



























