Un forte rumore dall’alto, poi l’improvviso scroscio d’acqua che non si ferma. A scatenare il panico in un’aula del “SS Apostoli”, il malfunzionamento di una caldaia. Un boiler, quello che si è guastato lo scorso giovedì 4 dicembre, sospeso su un muro alle spalle della cattedra, forse un metro più su delle lavagne. Al momento dell’incidente, era in corso una lezione. Studentesse e studenti, fortunatamente incolumi, sono rimasti senza parole.
La situazione, denunciata alla preside, necessitava una risoluzione immediata, ma si è invece protratta. Quindi, lo scorso mercoledì 10, studentesse e studenti hanno interrotto le lezioni per protestare con un sit-it. Nel loro liceo ci sarebbero “molteplici problemi legati all’edilizia”, denunciano, ma anche “assenza di ascolto da parte della presidenza”. Nella stessa aula dove qualche giorno prima la caldaia aveva smesso di funzionare, il pavimento era ancora allagato fino a poco prima della protesta, fanno sapere.
Emergenza sicurezza scolastica: la denuncia
“Il problema non nasce il 4 dicembre”, denuncia la nota diffusa dalla rappresentanza d’istituto. “Già precedentemente abbiamo riscontrato e comunicato problemi inauditi come operai che effettuano lavori durante l’orario scolastico, interrompendo una lezione e rendendo inagibile l’aula dato il fumo e l’odore creato dal flex, e soprattutto il pericolo recato dall’attrezzo (es. scintille, polveri), senza considerare i danni a una tubatura che ha allagato l’aula. Ancora una volta gli studenti non sono tutelati”. Nelle immagini allegate al post condiviso in rete, la misura del disagio vissuto in aula.
“La presidenza non ha cura di quello che accade all’interno dell’istituto, dimostrandolo in tutto quello che ne viene. Siamo stanchə di non sentirci al sicuro all’interno della nostra scuola”, insistono dal liceo artistico. “Chiediamo da parte della dirigenza una reale attenzione alle necessità di tuttə lə studentə che vivono la scuola. Chiediamo che il confronto sia sempre chiaro e aperto a tutti e sempre, non solo davanti a 500 studenti che fanno pressione per ricevere un dialogo. Continueremo a far sentire la nostra voce fin quando la scuola non sarà realmente a misura di studentə”.
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