Ha scritto una lettera su Facebook, affidando al web il suo dolore. Il compagno, Fabio, è stato gambizzato per aver reagito a un tentativo di rapina la settimana scorsa, mentre faceva benzina al suo scooter a San Giovanni a Teduccio. “E’ da martedì che non dormo“, ci ha detto al telefono stamane. Poi l’appello straziante: “Nessuno deve soffrire come noi“.
La lettera ai social della compagna di Fabio
“Qualche ora prima stavo preparando la cena dopo una giornata di lavoro, a metà di una settimana lavorativa che ci aveva visti impegnati nel nostro lavoro e che amiamo, come tutte le persone oneste, come tutte le coppie che, passo dopo passo, costruiscono la loro vita insieme. Ero inconsapevole. E all’improvviso tutto il nostro mondo, quello che fino a quel momento stavamo mettendo su, tutto colorato di noi e della nostra gioia, del nostro amore puro e forte, dei nostri sogni e dei nostri progetti, si è colorat di nero. Tutta la mia esistenza si è colorata di nero“. Inizia così il racconto di quelle spaventose e tragiche ore, per Emilia, quelle immediatamente successive al tentativo di rapina ai danni del suo compagno finito nel sangue.
“La situazione è troppo grave, ha perso molto sangue“, le parole che i medici hanno rivolto a Emilia al momento del ricovero di Fabio. “C’erano pezzi di me e del mio cuore ovunque sul pavimento freddo. Mi hanno insegnato che l’universo risponde e che ciò che immetti nel tuo cerchio, ti torna indietro. Quindi mi sono nutrita di tenerezza, di tutte le carezze ricevute, di tutte le cose che dobbiamo fare e di tutti i progetti da portare a termine e di quelli da ideare una volta finiti quelli già impostati”. Quindi, la domanda inquisitoria, l’interrogativo straziante: “A chi va il ‘merito’?”. Chi ha rotto l’equilibrio in cui viveva la coppia, chi ha infranto i loro sogni. “Sparare due colpi per un motorino, comprato per raggiungere più velocemente il centro, dopo otto mesi che combattevamo per salvare la vita del papà di Fabio e, che dopo una lunga battaglia, si è spento giusto due settimane fa”.
L’appello di Emilia: “Nessuno deve soffrire come noi”
Stremata, devastata dal sonno perso e dalla tensione costante, Emilia resiste, resta in piedi. “Siamo forti“, ci ha detto quando le abbiamo chiesto come stessero lei e il suo compagno in questo momento. C’è speranza, nelle suole parole, vuole esserci. “Oggi Fabio sta bene“, ha scritto nella lettera affidata al web, “a risultato di una matrice di eventi che ha visto combinarsi la scrupolosità di chi l’ha soccorso, la professionalità di chi ha operato e la fortuna che ogni tanto si fa sentire. Fabio è una persona onesta, una persona buona, una persona che merita soltanto il bene e il bello del mondo. Di persone buone ce ne sono e pensare che non siano al sicuro mi fa stare male“.
Un appello alle forze dell’ordine a individuare i responsabili del crimine: “non per vendetta“, volgare come la cattiveria e l’atto commessi, ma “perché nessun altro debba sentire questo dolore“, ha scritto. Al telefono, stamane, l’appello rinnovato: “Nessuno deve soffrire come noi”. Infine, i ringraziamenti allo staff medico e a chi ha contribuito a salvare Fabio. “Hanno provato a distruggere il nostro mondo, ma non ci sono riusciti”, le sue parole. “L’amore è sempre più forte dell’odio“.
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