Sono otto gli omicidi ricostruiti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli in relazione alle indagini coordinate dalla Dda, tutti relativi alla Seconda Faida di Scampia, nel periodo tra il 2007 e il 2008. Gli omicidini sono avvenuti tutti nella periferia Nord del capoluogo campano. Con la chiusura delle indagini è arrivata la misura cautelare per 16 indagati, ritenuti vertici o affiliati ai clan coinvolti nella guerra di camorra. Parliamo del clan Di Lauro, del clan Amato-Pagano e del gruppo della Vanella-Grassi.
Il figlio del boss finisce in carcere
Quattordici dei 16 destinatari del provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Napoli erano già detenuti. Gli altri due a finire in manette sono Vincenzo Di Lauro, che era stato scarcerato nel 2015 per fine pena e infine Salvatore Frate, entrambi trasferiti in carcere. Vincenzo Di Lauro è il figlio secondogenito del superboss ed era ritenuto referente del clan Di Lauro, avendo assunto le redini del clan retto dal padre detto “Ciruzzo il Milionario“. Da ciò che emerge dalle relazioni dei collaboratori di giustizia viene descritto caratterialmente molto simile proprio al genitore. Particolarmente propenso agli affari loschi, Vincenzo Di Lauro avrebbe gestito in modo minuzioso la parte economica del gruppo camorristico, soprattutto dopo l’arresto dei fratelli Cosimo e Marco. Una forte personalità dimostrata fin da ragazzino, nella gestione degli affari del clan Di Lauro in via Cupa dell’Arco nel comune di Secondigliano.
Che cos’è la Seconda Faida di Scampia
Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Dda. Le indagini hanno ulteriormente confermato l’origine di quella che è conosciuta come Seconda Faida di Scampia: il conflitto era nato in seguito alla decisione del clan della Vanella Grassi di “girarsi”, di abbandonare il clan Di Lauro e di passare dalla parte degli Amato-Pagano, ovvero gli “Spagnoli“, gli scissionisti che avevano determinato la prima faida che soltanto un paio di anni prima aveva portato a una settantina di omicidi.
Le persone colpite dal provvedimento
– omicidio di PICA Giuseppe:
CALZONE Rito, nato a Napoli il 3.5.1974, detenuto;
NOTTURNO Enzo, nato a Napoli il 25.8.1977, detenuto;
PAGANO Carmine, nato a Napoli il 5.11.1984, detenuto;
PAGANO Cesare, nato a Napoli il 22.10.1969, detenuto;
– omicidio di CARDILLO Francesco:
FRATE Salvatore, nato a Napoli il 9.4.1975
– omicidio di DE LUCIA Lucio:
CALZONE Rito;
PAGANO Cesare;
– omicidio di DE VITALE Patrizio:
DI LAURO Marco, nato a Napoli il 16.6.1980, detenuto;
TALOTTI Nunzio, nato a Napoli il 24.1.1979, detenuto;
– omicidio di GIANNINO Luigi:
DI LAURO Marco;
TALOTTI Nunzio;
BUONO Mario, nato a Napoli il 16.1.1985, detenuto;
MUSOLINO Raffaele, nato a Napoli il 19.12.1982, detenuto;
DI LAURO Vincenzo, nato a Napoli il 19.7.1975;
– omicidio di FERRARA Salvatore:
AMATO Raffaele, nato a Napoli il 16.11.1965, detenuto;
PAGANO Cesare;
PETRICCIONE Salvatore, nato a Napoli l’1.5.1970, detenuto;
RAIANO Luca, nato a Napoli il 15.1.1989, detenuto;
– omicidio di MAGNETTI Luigi:
AMATO Raffaele;
PAGANO Carmine;
PAGANO Cesare;
PETRICCIONE Salvatore;
NAPOLEONE Renato, nato a Napoli l’1.4.1983, detenuto;
FRANCESCONE Davide, nato a Napoli il 22.6.1984, detenuto;
– omicidio di FUSCO Carmine:
AMATO Raffaele;
PETRICCIONE Salvatore;
RAIANO Luca;
MAGNETTI Fabio, nato a Napoli il 28.1.1989, detenuto.
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