Non si spengono i riflettori del governo su Caivano. Il decreto dedicato a quel fazzoletto di terra in provincia di Napoli, teatro di violenza e degrado, sta seguendo il suo iter parlamentare per la conversione in legge. L’istituzione della figura del commissario e la copertura finanziaria di 30 milioni di euro dovranno passare prima in Senato e poi alla Camera per l’approvazione definitiva entro il 14 novembre.
Sulle risorse segnali preoccupanti
Intanto, se il ministro dell’Università Anna Maria Bernini (che è stata a Caivano pochi giorni fa) promette una ulteriore dote finanziaria di cinque milioni di euro per azioni finalizzate alla formazione e alla cultura, da parte di un altro esponente del governo, il viceministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci, arrivano segnali alquanto preoccupanti, proprio in relazione alle risorse.
Fondi stanziati oltre 20 anni fa e mai spesi
Si tratta di soldi destinati in passato alle aree svantaggiate e assegnati al Comune di Caivano, che negli ultimi venti anni non sono mai stati spesi. Sono i fondi previsti dalla legge 285 del 1997 relativa ai sostegni economici per l’infanzia e l’adolescenza nelle zone depresse: «Risorse importati – ha detto Bellucci in audizione a Montecitorio – che non sono state utilizzare né in termini di spesa, né di programmazione”. Insomma, dove siano finiti quei soldi sarà uno dei (tanti) quesiti ai quali dovrà dare una risposta la commissione straordinaria nominata dopo lo scioglimento del Comune per collusioni con la camorra.
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