Cresce la mobilitazione in vista della manifestazione di sabato 6 settembre a Napoli, in largo Berlinguer, alle ore 17, promossa dalla Cgil Napoli e Campania, per chiedere la fine del genocidio in corso in Palestina, fare pressioni sul nostro Governo affinché prenda posizione nei confronti dello Stato di Israele e supportare la Global Sumud Flotilla che in questi giorni con decine di imbarcazioni partite anche dall’italiano tenterà di forza il blocco navale portando aiuti alla popolazione civile. “Facciamo appello alla società civile, al mondo della cultura, dello spettacolo, della politica e delle istituzioni, alle associazioni e ai movimenti – dice il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci – affinchè sabato siano con noi in piazza per unirsi al coro di voci libere e democratiche che da mesi chiede la fine del conflitto in corso che ha già causato oltre 60mila morti tra la popolazione civile e che cessi il blocco che impedisce l’ingresso di cibo ed aiuti umanitari. Nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania si muore di fame e di sete: una strategia precisa messa in atto da Israele per annientare il popolo palestinese e avere in questo modo campo libero per portare avanti il progetto criminale di occupazione totale. È arrivato il momento che il nostro Governo e le istituzioni ad ogni livello facciano la loro parte, partendo dal riconoscimento dello Stato di Palestina, così come altri Stati stanno già facendo o sono in procinto di fare. Serve un impegno collettivo e unitario da parte dell’Unione Europea affinchè si faccia tutto quanto è possibile e necessario per fermare Israele”. “Per queste ragioni l’iniziativa della Global Sumud Flotilla, che in queste ore sta navigando verso Gaza per rompere il blocco navale e portare aiuti alla popolazione, va sostenuta e supportata. L’iniziativa di sabato -conclude Ricci – segna l’avvio di una mobilitazione che vedrà in campo le lavoratrici e i lavoratori di Napoli e di tutta la Campania a sostegno di tutte le azioni che potranno portare alla fine della guerra e all’autodeterminazione del popolo palestinese”.
