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Giancarlo Siani, 40 anni fa l’omicidio per mano della camorra

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Sono passati 40 anni da quel 23 settembre 1983 in cui la camorra ha stroncato Giancarlo Siani. Quattro decenni dopo, l’intreccio di eventi terminato con la morte del cronista 26enne è stato dipanato: la condanna a morte, per il giornalista del Mattino, era stata decisa dopo il suo retroscena sui rapporti tra i clan Nuvoletta e Gionta. 40 anni dopo l’agguato in via Romaniello, il suo nome continua a essere simbolo di integrità, volontà di giustizia e legalità.

Il discorso di Mattarella

“Giancarlo Siani venne barbaramente ucciso da killer della camorra perché aveva acceso la luce sulle attività criminali dei clan, svelato i loro conflitti interni, le viltà che li caratterizzano. Sono trascorsi quarant’anni da quell’agguato. La sua testimonianza vive nella società che rifiuta l’oppressione delle mafie e dei gruppi di criminalità organizzata e tra i suoi colleghi giornalisti fedeli all’etica della professione e impegnati ogni giorno in una funzione cruciale per la libertà della convivenza civile”. Si apre così una dichiarazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Quel feroce assassinio è parte incancellabile della storia e della memoria della Repubblica. Lo animava un forte senso di giustizia sociale che si nutriva di legalità. Il suo impegno di cronista ne ‘Il Mattino’ e nelle altre testate con cui ha collaborato era strettamente legato a valori di umanità e di civismo. Far conoscere la realtà criminale che la camorra voleva occultare era un modo per tentare di liberare il territorio dallo strangolamento operato dalle attività illegali che ne opprimono vita e sviluppo. Le verità raccontate sono state la ragione della spietata rappresaglia”.

“Il percorso giudiziario, che ha portato alle condanne di esecutori e mandanti, mostra una volta di più che gli assassini mafiosi possono essere colpiti. Ricordare il sacrificio della vita di Siani porta inevitabilmente alla mente i numerosi giornalisti morti perché colpevoli di testimoniare la verità, di raccontare le violazioni del diritto, le aggressioni, le guerre, lo sterminio senza pietà. L’assassinio dei giornalisti è un assassinio delle nostre libertà, di una parte di noi a cui la comunità non intende rinunciare”.

Il ricordo dalla Campania

“Quarant’anni dopo ricordiamo il suo impegno, la sua voce, la sua passione civile”, scrive l’ex presidente della Camera, Roberto Fico. “Ci stringiamo attorno alla sua famiglia e ai suoi cari: in questi anni hanno portato avanti un importante lavoro di memoria. Una memoria attiva, quotidiana, nelle scuole, con i ragazzi per non dimenticare il sacrificio di Giancarlo e per dare ulteriore slancio a quella lotta contro le mafie che deve vederci tutti, politica, istituzioni, cittadini, in prima linea”.

“Ancora oggi, la sua storia è un esempio di passione e di coraggio civile soprattutto per le giovani generazioni”, ha sottolineato il governatore uscente della Campania, Vincenzo De Luca. “In questi anni la Regione Campania ha tenuto viva la memoria e l’impegno di Giancarlo Siani attraverso le attività della Fondazione Polis, i progetti come Scuola Viva e tutte le iniziative finanziate e sostenute per promuovere la legalità e garantire la sicurezza, soprattutto nei territori più difficili. Rinnoviamo il nostro impegno per costruire fiducia e speranza nel futuro”.

La ‘lettera’ di Sandro Ruotolo

“Caro Giancarlo Siani”, racconta l’europarlamentare e giornalista, Sandro Ruotolo, “oggi, nel quarantesimo anniversario del tuo omicidio, ti ricorderemo a Bruxelles. Il mondo è cambiato in questi quarant’anni e ancora di più negli ultimi mesi, con l’avvento di una leadership mondiale che mette in discussione in ogni angolo del mondo la libertà di stampa. Eppure oggi come allora, poteri forti e mafie continuano a voler silenziare il giornalismo d’inchiesta. Ci sono le fake news, l’odio che dilaga in rete, e chi controlla i social media che considera ‘burocrazia da combattere’ le democrazie liberali conquistate dopo la seconda guerra mondiale. Caro Giancarlo, giornalista giornalista, la tua storia continua a vivere oggi. Tu continui ad essere un punto di riferimento per le nuove e le vecchie generazioni”.

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