Giandavide De Pau lascia la sede della Questura di Roma all’ora di cena. E’ stato interrogato per quasi 10 ore di fila. Nella foto pubblicata dall’Ansa il presunto killer delle tre prostitute si nasconde dietro una mascherina e sotto il cappuccio della felpa. L’hanno portato nel carcere di Regina Coeli.
Le sue frasi durante l’interrogatorio
“C’era tanto sangue, ricordo questo. A una donna ho tamponato la ferita sul collo. Non ricordo null’altro”. Poi ripete decine e decine di volte: “Voglio uccidermi“. Anche se imbottito di droga ricorda alcuni passaggi di quella nottata in cui ha sgozzato due prostitute cinesi e una trans colombiana. Poi ci sono le prove che lo incastrano, le immagini della videosorveglianza e il sangue nell’auto e sui vestiti.
Caso risolto in 36 ore
Già venerdì mattina la polizia aveva individuato il colpevole ed era sulle sue tracce. I frame delle telecamere fanno riconoscere ai computer De Pau come possibile colpevole. Oltre a questo ci sono i tabulati dei cellulari, i reperti biologici trovati nelle due abitazioni di via Durazzo 38 e via Augusto Riboty 28 dove sono state uccise le tre donne. La conferma arriva dalla telefonata della sorella di De Pau che avverte la polizia: “Mi ha chiamato e mi ha allarmata”. Nella notte i poliziotti arrivano nell’appartamento della madre di De Pau. Lui dorme. Ci sono anche i vestiti sporchi di sangue.
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