Con il graduale ritorno alla normalità lavorativa e l’approssimarsi dell’inizio delle attività scolastiche non si placano le polemiche in merito all’utilizzo del green pass, che certifica una certa immunizzazione al covid-19. C’è tensione in particolare tra governo e sindacati sulla questione scuole, mense aziendali e trasporto pubblico locale, con l’Esecutivo che non esclude ulteriori strette per garantire maggiormente la popolazione e frenare la nuova ondata di covid-19. Per Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, il green pass potrebbe essere ampliato, oltre che al settore trasporto pubblico, anche ai servizi essenziali come a esempio i supermarket, mentre sul fronte scolastico i sindacati continuano a fare presente le difficoltà innescate dall’obbligatorietà della certificazione. Per cercare di arginare la mole di lavoro a carico degli istituti si sta pensando a un maxi registro di coloro che hanno una certificazione lunga, ovvero i vaccinati, i guariti e i testati, con i controlli giornalieri destinati a coloro che hanno un pass breve, da rinnovare mediante tampone ogni 48 ore. Il ministro Patrizio Bianchi ha assicurato che il dicastero è al lavoro per comprendere quali soluzioni siano le migliori. Tornando ai sindacati, essi chiedono la gratuità dei tamponi per il personale non vaccinato, attualmente circa 185mila tra docenti e personale non insegnante, che senza green pass ottenuto con tampone non potranno svolgere il loro lavoro, sic stant rebus. Al centro della questione anche alcuni problemi tecnici, nel senso che, in caso di assenza del docente, il supplente secondo le norme vigenti potrà essere chiamato soltanto al quinto giorno d’assenza.
