Se da una parte c’è chi brinda al successo e al nuovo ruolo nell’Assemblea regionale, dall’altra c’è chi si lecca le ferite per un risultato non raggiunto e, in alcuni casi, per il flop personale nelle preferenze. Tra i nomi di peso rimasti fuori figurano Severino Nappi, Carmine Mocerino, Maria Rosaria Boccia e molti altri.
Nel centrosinistra tanti “big” restano senza poltrona
La prima analisi non può che partire dal partito che ha raccolto il maggior numero di preferenze in questa tornata elettorale: il Partito Democratico.
In una competizione interna durissima, restano fuori Enza Amato e Regina Milo. La Amato, con oltre 14mila preferenze, non riesce comunque ad entrare, ma per entrambe potrebbe aprirsi uno spiraglio: sarebbe necessario che due degli eletti ottenessero un assessorato.
Tra i nomi più accreditati per un posto in giunta c’è Massimiliano Manfredi, fratello di Gaetano, regista della grande coalizione. Altri possibili assessori potrebbero essere Bruna Fiola — per le deleghe a Lavoro e Commercio — e Francesca Amirante, che punta alla Cultura. Su questo fronte si registrano anche le candidature simboliche di due figure di primo piano della cultura cittadina: Rachele Furfaro e Laura Valente.
Delusione anche nel Movimento 5 Stelle per Anna Puzone, moglie del “mister 24mila preferenze” alle Europee Luigi Napolitano, e per Luigi Gallo, per dieci anni deputato, che alla sua prima prova con le preferenze resta fermo a 2.255 voti.
Amaro risultato anche per Rossella Casillo, figlia di Tommaso: anche per lei, però, potrebbe aprirsi un varco qualora fosse confermata in giunta l’assessora uscente Fortini, candidata nella lista del presidente De Luca.
Nella lista Avanti Campania restano fuori ex consiglieri di peso come Giuseppe Sommese, Fulvio Frezza e Valeria Ciarambino.
Il listino di Fico
Le aspettative erano alte, ma alla fine entrano soltanto in due: Simeone e D’Errico. Il loro exploit sacrifica Enzo Varriale, Carlo Migliaccio e Donatella Trotta, molto attivi in campagna elettorale per Fico e ora potenzialmente in cerca di una collocazione.
Quasi certo di un ruolo, pur non essendo stato eletto, anche Armando Cesaro: dovrebbe subentrare all’ex sindaco Ciro Bonajuto qualora quest’ultimo fosse nominato assessore.
Nel centrodestra la delusione è ancora più ampia
La Lega napoletana esce quasi annientata dalla competizione, mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia ottengono un risultato simile in termini di eletti. Ma dietro i 7 consiglieri che entrano ce ne sono almeno il doppio che restano fuori.
Tra i nomi esclusi di FdI spiccano Marco Nonno, Ione Abbatangelo e Lea Romano, mentre in Forza Italia restano fuori Franco Castone e Salvatore Guangi.
A Napoli la Lega riesce a esprimere un solo consigliere regionale. Restano esclusi due volti noti del partito: Severino Nappi e Carmela Rescigno. Scorrendo fino in fondo la lista della Lega si arriva al nome di Sergio Vaccaro, ex deputato del Movimento 5 Stelle, che ha totalizzato 65 preferenze.
In Forza Italia fa rumore il flop di Pasquale Di Fenza
Capitolo a parte per Pasquale Di Fenza. L’ex consigliere regionale, storicamente vicino a Vincenzo De Luca, è finito nell’occhio del ciclone dopo il caso dell’ingresso nel suo ufficio dei due tiktoker Rita De Crescenzo e il titolare di Napoletano Store ha visto una sua rovinosa caduta di immagine e di consensi. In Liberal Democratici – Moderati Di Fenza nel 2020 aveva ottenuto 2200 preferenze. Se avesse mantenuto lo stesso risultato non sarebbe comunque stato eletto, ma lui, malgrado l’aiuto continuo dei due influencer, ha peggiorato fermandosi a 1200.
Questo fa comprendere, immediatamente, che una Rita de Crescenzo può portare 20mila persone a Roccaraso ma non riuscirà mai a smuovere chi nella politica non crede tramutandolo in voto.



























