Si sono incatenati davanti alle ringhiere del Tribunale di Napoli i genitori di Ugo Russo, accompagnati da alcuni familiari, come gesto estremo per conoscere quanto accaduto la notte del primo marzo 2020, quando Ugo Russo perì dopo essere stato colpito dall’arma da fuoco di un carabiniere fuori servizio a cui aveva tentato di rubare l’orologio. Genitori e parenti hanno scelto la singolare forma di protesta in quanto, dopo 15 mesi, non ci sono ancora determinati riscontri circa quella notte, come a esempio i risultati dell’autopsia non ancora resi noti.
