La festa è partita in città qualche minuto prima del fischio finale di Napoli-Cagliari.
La gioia per il quarto scudetto, non ancora ufficiale ma già stampato sulle magliette dei tifosi, è stata forte e contagiosa. La scaramanzia ha tenuto tutti con il fiato sospeso fino al gol (meraviglioso) di McTominay, che ha sciolto il sangue dei tifosi in un miracoloso urlo di gioia.
Al Maradona il Napoli vince 2-0
Prima della festa c’è stata anche una bella partita: accesa, viva, a tratti cattiva. Il Cagliari ha tenuto il campo con ardore, rispondendo agli attacchi della squadra di Conte con prontezza, fino a quando lo scozzese più amato di Napoli non ha segnato un gol degno delle copertine degli album di figurine. La rete di McTominay ha liberato gli azzurri e incattivito gli isolani. Nel secondo tempo, Lukaku, con una delle sue classiche reti, ha portato il risultato sul 2-0, regalando la quasi certezza del tricolore. Il resto è stata una passerella per i neoentrati e gioia sugli spalti.
Un uomo solo al comando: Conte
Antonio Conte è un allenatore nato per vincere: quello con gli azzurri è il suo quinto scudetto da tecnico. Un allenatore capace di accentrare su di sé polemiche e attenzioni nocive, per lasciare liberi i suoi calciatori. Il suo ruolo in questo Napoli è stato fondamentale e, come accaduto con Spalletti, potrebbe scegliere di andar via da campione, come solo i campioni sanno fare.
Le strade invase dai tifosi
In piazza del Plebiscito, centomila persone hanno iniziato ad affluire sin dall’apertura dei cancelli. Il Comune di Napoli, verso le 19, ha invitato i tifosi ancora in arrivo a dirigersi verso altre zone della città per assistere alla partita, poiché nella piazza simbolo non c’era più spazio. Tantissimi i supporters azzurri anche in piazza Mercato e a Secondigliano. La città si è stretta attorno alla sua squadra, che ha avuto il merito di far tifare Napoli anche ai turisti accorsi all’ombra del Vesuvio proprio per partecipare alla festa.