Giovanni, Francesca, Vito, Rocco e Antonio
Sono passati ventotto anni da quel pomeriggio del 23 maggio 1992, quando un attentato dinamitardo, ordito da Cosa Nostra, sulla autostrada che porta a Trapani e che congiunge l’aeroporto di Punta Raisi a Palermo, all’altezza del comune di Capaci, portò alla morte del giudice Giovanni Falcone, all’epoca direttore della sezione affari penali del ministero di Grazia e Giustizia, il magistrato Francesca Morvillo, moglie di Falcone, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. In piena emergenza coronavirus, una strada diversa è stata intrapresa per commemorali.
La Polizia e gli artisti insieme per Capaci
La musica è il veicolo più potente per far passare messaggi e sentimenti, così è nata “Siamo Capaci”, dal genio del maestro Roy Paci e del cantautore Giuseppe Anastasi, che, messisi insieme seppur da lontano per rispettare le norme anti-covid, hanno riunito artisti siciliani e dal resto d’Italia per una canzone che ricordi l’eredità di Falcone e di tutti coloro che hanno dato la vita per lottare contro la mafia.
Un drappo bianco contro le mafie
Per ricordare l’anniversario di Capaci tutta la popolazione italiana è stata invitata, alle ore 18:00, a esporre un lenzuolo o un drappo bianco alle finestre, segno del candore che proviene dall’onestà e da un lutto che si trasforma in vita perché vita donata, perché la mafia non prevarrà,