Non c’è stato scampo per Aldo De Francesco, imprenditore del settore edìle di Teano a appassionato di caccia che ha perso la vita per una fatalità. Un incidente nel corso del primo appuntamento venatorio della stagione, pratica ancora troppo utile alla società.
La dinamica dei fatti
Una battuta di caccia, la prima della stagione. Nessuna preda in vista per ore; poi, un cespuglio che si muove e lo sguardo di uno dei presenti scatta, come il suo dito sul grilletto. La carabina, un fucile calibro 12, non lascia scampo a De Francesco, che viene raggiunto dai proiettili del compagno e, di lì a poco, appena giunto all’ospedale della vicina Sessa Aurunca, perde la vita.
“Ho sparato io, non l’ho visto”, è stata la confessione fatta dal 76enne responsabile dello sparo nel corso dell’interrogatorio ai Carabinieri di Teano. Per lui, la prospettiva di essere indagato per omicidio colposo; intanto, nei prossimi giorni, è stata disposta l’autopsia sul corpo della vittima.
De Francesco e la necessità della caccia al cinghiale
Stando a quanto riportato dai giornali e dai media, De Francesco era un lavoratore dal cuore d’oro. La sua ditta aveva ristrutturato una scuola e, pur non rientrando nel budget dei lavori, aveva regalato tre caldaie all’istituto di tasca propria; “noi non potevamo permettercele”, ha spiegato l’ex sindaco di Casale di Teano, Dino D’Andrea.
La passione di De Francesco per la caccia, però, non era solo fine a sé stessa ma svolgeva un lavoro utile per gli abitanti del posto, come spiegato dal primo cittadino di Teano, Giovanni Scoglio. “Il pericolo di errore, durante le uscite di caccia e la pulizia delle armi, è enorme. Ma l’aumento di cinghiali in Campania, per ora, si combatte solo così: cacciandoli”.
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