Tra i protagonisti dell’indagine su appalti e corruzione della DDA partenopea – che ha portato all’emissione di 17 misure cautelari, tra cui quella nei confronti del sindaco di Arienzo, Giuseppe Guida – c’è anche il rettore dell’Università “Parthenope”, Antonio Garofalo. Anche per lui, inizialmente, si sarebbe ipotizzato il reato di corruzione per presunti illecidi in appalti pubblici relativi all’assegnazione del servizio di pulizie dell’ateneo. Il giudice, però, ha deciso diversamente: esclusa la corruzione, applicata la sospensione per un anno dalle funzioni di rettore per un’ipotesi di turbativa d’asta.
L’appalto in questione è quello da 4 milioni di euro e relativo al quadriennio 2023-2026. La Procura contestava al rettore Garofalo di aver pilotato l’appalto in cambio di un soggiorno di diversi giorni a Mykonos. Il difensore di Garofalo, l’avvocato Vincenzo Maiello, ha commentato positivamente la decisione del giudice. “Rileviamo con soddisfazione”, ha detto Maiello, “che il GIP ha condiviso la nostra linea difensiva, ritenendo insussistente la corruzione. Pensiamo che il diverso reato di turbativa d’asta, ritenuto configurabile, sia del tutto destituito di fondamento”.
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