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Juve Stabia in amministrazione giudiziaria, attorno alla società gli interessi della camorra

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“Da oggi la Juve Stabia è in amministrazione giudiziaria, in quanto ritenuta bene strumentale del clan D’Alessandro”, l’ha detto in conferenza stampa il procuratore Nicola Gratteri, alla presenza del pm nazionale Antonello Ardituro. 

“La Juve Stabia era mezzo della camorra per farsi pubblicità e gestire potere. Uomini del clan erano presenti in diversi servizi: dallo spostamento degli autobus alle ambulanze, dalla vendita di bibite a quella dei biglietti e controllo sicurezza nello stadio”, ha aggiunto Gratteri. 

Per il procuratore nazionale Gianni Melillo “il quadro che emerge dalla raccolta di informazione è allarmante. Non riguarda solo il calcio, ma razzismo e antisemitismo sono una cifra costante per il tifo violento, ma anche ad altri sport. L’intera rete dei servizi era legata al pressing mafioso. Anche il consuocero di Luigi D’Alessandro è stato contiguo o vicino alla Juve Stabia, se non addirittura in condizioni di rappresentanza formale. Importante che ci sia il processo di risanamento del club, di qui l’importanza del lavoro della Prefettura e della società civile. Tutto il settore del ticketing e dello stewarding vanno ridisegnati e affidati a competenze all’insegna della legalità». Il prefetto Michele di Bari ha aggiunto che sono in atto “valutazioni in atto per una serie di società che lavoravano in questo campo su cui gravano doverosi accertamenti”.

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