di Carlo Porcaro
Dal flash-mob che sapeva di concerto alla scultura dolente di Jago intitolata “look down” passando per la protesta rumorosa di taxi e scuolabus, piazza del Plebiscito torna ad essere la vetrina per raggiungere il pubblico più ampio possibile. Non solo la piazza più bella di Napoli, ma il trampolino fisico e visivo di ogni manifestazione del pensiero e dell’arte. Se qualcosa deve accadere per farsi notare dagli altri, deve accadere lì tra Palazzo Reale e la Basilica, li dove i vincoli architettonici vietano qualsiasi modifica, li dove non a caso 30 anni fa nel periodo natalizio un’opera d’arte richiamava l’attenzione dei turisti da tutto il mondo.
Look Down una metafora della Napoli di oggi che grida per farsi ascoltare
A piazza Plebiscito insomma ogni gesto diventa straordinario. Manca la gestione ordinaria infatti in un luogo spesso teatro di scorribande e priva di luoghi aperti al pubblico. Una metafora della Napoli di oggi, che grida per farsi ascoltare
La scultura
Un bimbo dagli occhi stanchi e chiusi che si chiama #Homeless. Una catena che lo tiene inchiodato a terra, alla sua condizione di fragile, di senza-certezze, la “categoria” schiacciata dall’immane crisi economica indotta dalla pandemia, che già sta piegando società e famiglie.
Ecco perché quell’installazione, comparsa all’alba di oggi nel cuore di Piazza Plebiscito a #Napoli, ha un titolo che arriva come un imperativo che parla a tutti, nei giorni della grande inquietudine : “Look down”, invece di #Lockdown. Cioè: guarda in basso, guarda ai vulnerabili, agli ultimi.
Chi è Jago
Jacopo Cardillo, 33enne, originario di Frosinone è un artista-scultore molto conosciuto nell’ambiente culturale. Ha già conquistato riconoscimenti e commesse importanti anche all’estero, con la bellezza cruda dei suoi personaggi, la sua tecnica.
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