A quattro mesi dal ritrovamento del Salvator Mundi, gli inquirenti hanno ricostruito le fasi che portarono al trafugamento del dipinto e i singoli ruoli degli indagati, alla luce delle indagini dei carabinieri del Ros, guidati dal colonnello Antonio Manti e della mobile del primo dirigente Alfredo Fabbricini. Sono scattate le manette per sei persone sospettate di aver partecipato al trafugamento e al tentativo di inserire l’opera d’arte nel circuito illegale dei mercanti d’arte per venderlo al migliore offerente. Sei i fermi emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di #Napoli ed eseguiti dai carabinieri del Ros e dagli agenti della Squadra mobile di Napoli.
Furto e ricettazione aggravata
Gli indagati devono rispondere di furto e della ricettazione con l’aggravante mafiosa. La prima buona notizia arrivò a metà gennaio, quando da un anonimo appartamentino di periferia spuntò il Salvator Mundi, dipinto del 1400 attribuito alla Scuola di Leonardo da Vinci che era stato rubato dalla Basilica di San Domenico Maggiore. I fermati sono Pasquale Ferrigno, Marco Fusaro, Tommaso Boscaglia (che rispondono di furto aggravato), e Vincenzo Esposito, Antonio Mauro, Domenico De Rosa (per la ricettazione aggravata dalla finalità dell’agevolazione mafiosa). L’opera destinata a un possibile acquirente in svizzera, durante il furto sarebbe stata trasportata anche pericolosamente in scooter dai malviventi.
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