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Maschio Angioino, Fratelli d’Italia accusa Manfredi sui lavori

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Nella mattinata di sabato 30 marzo, all’interno del cortile del castello, a Napoli, si è staccata una pietra dalla facciata prospiciente la biglietteria, all’interno del cortile. In attesa delle verifiche del caso, è stata disposta la chiusura al pubblico fino a martedì della struttura per motivi di sicurezza.

“Da più di un anno il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha trasferito al comune di Napoli ben 13 milioni di euro per rifare le facciate del Maschio Angioino, ma Manfredi e la sua giunta non hanno ancora aperto neanche il cantiere, manca finanche la progettazione, avrebbe dovuto e potuto individuare un professionista esterno all’amministrazione per velocizzare i lavori di restauro del Maschio Angioino”: è la denuncia diffusa attraverso una nota stampa della sezione cittadini di Fratelli d’italia.

La risposta del sindaco Manfredi

Il progetto invece a quanto pare esiste. Almeno secondo quanto dichiarato dal primo cittadino di Napoli Gaetano Manfredi proprio in risposta a Fratelli d’italia

“Non so dove abbiano preso questa informazione. Noi abbiamo chiesto 18 milioni ne ho parlato con il ministro che sta formalizzando l’atto, sono fondi del Mic sulla nuova programmazione. Non c’è mancanza di dialogo, anzi abbiamo formulato insieme la richiesta, c’è solo un problema burocratico”. Dice Manfredi

Ieri fitto dialogo tra Sangiuliano e Manfredi

E proprio nella giornata di ieri a margine della presentazione  romana di “Pompei theatrum mundi” i presenti hanno notato il sindaco di Napoli a fitto colloquio con il ministro Sangiuliano. E’ facile prevedere che tra gli argomenti del dialogo, durato circa 20 minuti, ci siano anche gli ultimi risvolti della vicenda Maschio Angioino, tornata alla ribalta anche per la caduta del masso di sabato scorso.

A Napoli c’è comunque tanto in ballo, a partire dal mega progetto del governo legato al real albergo dei poveri di Piazza Carlo III. Finanziamento in questo caso di oltre 110 milioni di euro, a più riprese citato dallo stesso sangiuliano come simbolo di rilancio e riscatto dell’arte custodita dal sud Italia.

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