A margine della conferenza stampa sull’inaugurazione della riapertura del cantiere della stazione della Cumana di Bacoli, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha commentato la recente posizione della premier Meloni sull’invio di armi all’Ucraina. I toni, chiaramente, sono stati sempre i soliti: nel bene e nel male.
Altre armi all’Ucraina? Più investimenti nella Sanità
“La riforma più urgente in Italia è la riapertura dei manicomi“. E’ tornare a pronunciare queste parole, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, in conclusione della sua risposta a una domanda postagli a margine di una conferenza stampa che si è svolta questa mattina a Bacoli, nel napoletano. Commentando le ultime parole della premier Meloni circa la volontà del Governo di continuare a supportare la resistenza attraverso l’invio di altre armi all’Ucraina, il presidente De Luca ha invitato con i suoi soliti toni, a metà tra il duro e il sarcastico, i vertici di Stato a riflettere.
“Abbiamo ascoltato il presidente del Consiglio Meloni promuovere una nuova politica di forniture di armi. In questo momento anziché fare armi e munizioni, diamo soldi alla Sanità italiana perché non c’è più un medico. Fra poco non avremo neppure più i turni ai Pronto Soccorso“. Così ammonisce il governatore De Luca, spostando l’attenzione sulla crisi del sistema sanitario nazionale. “Dormiamo in piedi, siamo nella fase di esaltazione del governo”.
Ancora una stoccata, poi, da parte di De Luca, che ricorda come sia “capitato anche a Renzi e a Draghi. I primi 6-7 mesi è luna di miele, poi alla fine ci svegliamo e ci rendiamo conto dei problemi”. Sul Sud e sulla Sanità, temi caldi a livello nazionale e particolarmente cari al presidente della Campania, il governatore invita a fare “una bella battaglia politica”. Dure specialmente la parole spese in favore della difesa della sanità pubblica, che De Luca sottolinea essere “quella che serve alla povera gente”.
“Non c’è più un euro“, continua il presidente, “né per i contratti né per gli incentivi ai medici dei Pronto Soccorso né per le nuove assunzioni. Ho lanciato una proposta per rompere il numero chiuso alle facoltà di Medicina: non abbiamo medici e teniamo il numero chiuso, e contemporaneamente migliaia di italiani che si vanno a laureare in Romania e Bulgaria per poi entrare nel sistema sanitario nazionale. Ecco, avete la conferma di quello che ho detto qualche tempo fa: la riforma più urgente è la riapertura dei manicomi”.
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