Nuovi dettagli emergono sul caso dell’omicidio avvenuto sabato pomeriggio nel parcheggio del centro commerciale Vulcano Buono di Nola. La vittima, il 28enne di Acerra, sarebbe stato chiamato in causa sul posto dalla sorella, parrebbe un’impiegata di uno dei negozi del centro, e chi lo ha colpito a morte, il vigilante, non sarebbe stato chi aveva rifiutato di aiutare la giovane a cambiare lo pneumatico.
Omicidio al Vulcano Buono, verso il chiarimento della dinamica
Lo scorso sabato, all’interno del parcheggio del centro commerciale del nolano, verosimilmente all’uscita del suo turno di lavoro, una lavoratrice dipendente di uno dei locali interni al Vulcano Buono, ha trovato una sorpresa all’arrivo della sua auto. Una gomma bucata, il cric mancante. Quindi, l’immediata richiesta di aiuto a una delle guardie preposte al controllo della sicurezza del parcheggio del centro. Qui, però, l’inghippo: il vigilante avrebbe negato il proprio aiuto alla giovane, non è chiaro se in maniera sgarbata e rabbiosa o meno.
La giovane, a questo punto, fa quello che avrebbe fatto chiunque: prende il telefono e chiama a casa per farsi dare una mano. Dopo poco arrivano nel parcheggio suo padre e suo fratello. E proprio quest’ultimo, forse indispettito per l’atteggiamento della vigilanza nei confronti della sorella, si avvicina a una guardia giurata — il 20enne di Secondigliano, a quanto sembrerebbe neppure la persona interpellata dalla sorella — e va in escandescenza. Parte il diverbio, che dopo poco si trasforma in lite. Forse vola uno spintone, forse un pugno. Al vigilante sarebbero caduti gli occhiali e a quel punto avrebbe estratto una lama.
Quello che è successo dopo, a differenza del resto, sarebbe invece più chiaro. Colpito con diverse coltellate, il 28enne di Acerra si sarebbe accasciato al suolo. Il vigilante sarebbe corso a chiamare aiuto: sua la chiamata alle forze dell’ordine in cui dice di aver colpito una persona. Vana la corsa in ospedale per la vittima, deceduta probabilmente per la coltellata sferratagli al petto.
