Il presidente Mattarella è tornato a fare visita ai partenopei, stamane, intervenendo alla cerimonia d’inaugurazione delle sede della Scuola Superiore della Magistratura e di presentazione dell’anno formativo 2023.
La visita del presidente Mattarella a Castel Capuano
La Campania e Napoli tornano a essere visitate dal capo di Stato. Dopo aver fatto tappa a Casal di principe lo scorso 21 marzo, in occasione delle commemorazioni per la giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, nel corso della quale Mattarella aveva reso omaggio a don Diana, massacrato in chiesa per le sue denunce contro il clan dei Casalesi, stamane il presidente della Repubblica è giunto a Napoli per la cerimonia di inaugurazione della sede della Scuola Superiore della Magistratura e la presentazione dell’anno formativo 2023.
Ad attendere il Capo di Stato, giunto a Castel Capuano assieme al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, le più alte cariche delle istituzioni cittadine, assieme alle autorità militari e ai vertici della magistratura. Dal governatore De Luca al sindaco Manfredi, dal prefetto Palomba al questore Giuliano. Con loro, anche il presidente della Fondazione Castel Capuano, l’ex procuratore aggiunto, Aldo De Chiara, e il suo predecessore, l’ex presidente della Corte di Appello, Antonio Buonajuto, in una Napoli blindata come non mai.
Gli onori di casa ai rappresentanti della magistratura
Quindi, la conferenza: lunga, accorata, ma soprattutto sempre focalizzata sul tema della giustizia, senza divagazioni. Il presidente della scuola di formazione della magistratura, Giorgio Lattanzi, è tornato a parlare della storia della sede di Castel Capuano, per poi addentrarsi nella presentazione del programma 2023. Al vice presidente del consiglio superiore della magistratura, Fabio Pinelli, invece, l’onere di parlare della nuova sede.
“L’inaugurazione della terza sede della scuola della magistratura a Napoli sottolinea l’importanza dell’attività di formazione capillare e continua”, le parole di Pinelli. “Alla magistratura come ordine autonomo e indipendente è dedicato apposito titolo quattro: ma questa figura, quella del magistrato, non va pensata come una monade isolata. Amministrare la giustizia è un compito di altissima responsabilità: deve trovare sviluppo nell’insieme dell’ordinamento”.
Le parole del presidente Mattarella
“È indispensabile che il processo, sia civile sia penale, divenga strumento più agile e moderno per perseguire adeguatamente gli obiettivi per i quali è predisposto. Occorre che Governo e Parlamento, magistratura e avvocatura, si impegnino per conseguire questo risultato”. Con queste parole, stamattina, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto alla presentazione della nuova sede della Scuola Superiore della Magistratura a Castel Capuano.
“La magistratura ha dimostrato, anche recentemente, di essere capace di agire con determinazione e senza timidezza nei confronti dei magistrati ritenuti responsabili di gravi reati nell’esercizio delle funzioni”, ha poi aggiunto il capo dello Stato. “Va doverosamente ricordato quanto sarebbe preferibile prevenire ogni forma di malcostume interno, attraverso un più attento esercizio dei compiti di vigilanza, evitando grave discredito che potrebbe ricadere sull’ordine giudiziario e far dubitare dell’integrale assolvimento dei doveri d’istituto”.
L’intervento del ministro Nordio
“È anche la storia di questo luogo a ricordarci come presunzione di innocenza e certezza della pena siano, a mio avviso, due facce inscindibili del garantismo. E in questa duplice, convergente direzione intendono muoversi le riforme in cantiere, continuando a lavorare per superare una visione carcero-centrica della pena: la Costituzione parla di pena, non di carcere”. Così, nella stessa sede, ha preso la parola il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
“La Costituzione,” ha ribadito il ministro, “parla di pena, non di carcere, e la pena talora può essere più efficace se espiata – per alcuni reati – attraverso misure e percorsi adatti ai profili, anche molto diversi, dei detenuti e favorirne il reinserimento nella società dei liberi”. Parlando della scuola, Nordio ha sottolineato come la formazione di una comunità ampia di operatori del diritto sia “la strada maestra per contribuire a consolidare l’essenziale fiducia dei cittadini nella giustizia e in chi la amministra, a cominciare da una magistratura autenticamente indipendente e autonoma, baluardo di ogni stato democratico”.
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