Questa mattina, un gruppo di attivisti di Potere al Popolo e Campania Popolare ha tenuto un presidio nei pressi delle Terme di Agnano, a Napoli, per denunciare le condizioni di lavoro nel sito.
Una lavoratrice delle pulizie che ha lavorato per 2 anni presso la struttura ha documentato che lavorava presso l’azienda anche 8 ore e mezza al giorno, per 7 giorni a settimana, quando in realtà il contratto prevedeva appena 8 ore a settimana. Le veniva, quindi, negato il diritto costituzionale al riposo settimanale, per buste paga da 2/300 euro al mese.
Seguita dagli attivisti della Camera del Lavoro dell’Ex Opg – Je so pazzo, la lavoratrice è stata messa in contatto con dei legali, che la settimana scorsa hanno depositato un ricorso in tribunale contro l’azienda TDA SRL, concessionaria per la gestione del sito.
La denuncia degli attivisti di PAP ad Agnano
“Il contratto di settore applicato, per le poche ore pagate ‘legalmente’ secondo tabellario, prevedeva un salario di poco oltre i 7 euro lordi l’ora, una cifra impietosa che mostra come i sindacati firmatari sono anche loro complici di questi salari ignobili”, spiegano gli attivisti. “Chiediamo al Comune di ritirare immediatamente la concessione, perché non possiamo permettere che le ricchezze del nostro territorio, come siti di incalcolabile valore storico e naturale siano concessi a speculatori, che si arricchiscono sulla nostra pelle, sullo sfruttamento del lavoro”.
“Inoltre”, proseguono, “mettiamo il Comune davanti al fatto che mentre annuncia di aver approvato un salario minimo nel Comune, negli stessi luoghi di sua proprietà tramite concessioni fatte dal Comune stesso, si lavora in condizioni di ipersfruttamento e con salari orari ben inferiori a quello minimo dichiarato dal Comune. Chiediamo poi che vengano svolte più ispezioni per contrastare il lavoro irregolare e che il comune e la Regione diano la possibilità alla polizia locale di fare ispezioni in questo senso. Infine, mandiamo un messaggio a tutti i lavoratori, i salari reali in questo paese sono crollati, dobbiamo alzare la testa e pretendere i nostri diritti, 28 Novembre Sciopero Generale, 29 Novembre corteo a Roma”.
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