Era stato arrestato dai Carabinieri il 26 ottobre del 2021 per presunte violenze e abusi ai danni di un 13enne ospite nella comunità da lui fondata. Oggi, il caso di don Livio Graziano, torna agli onori della cronaca, con il sequestro conservativo di ben 220mila euro disposto nei suoi confronti della quarta sezione penale della Corte di Appello di Napoli. Condannato sia in primo che in secondo grado per gli orrori avvenuti nella comunità “Effatà, Apriti” a Prata di Principato Ultra, in provincia di Avellino, questa mattina il prete casertano si è visto sequestrare l’ingente somma di denaro dalle autorità.
A spingere i giudici ad agire in questo modo, spiega la nota diffusa, il timore per la “mancanza di informazioni sulla destinazione del denaro custodito sul conto”, cosa che li ha indotti a “ritenere fondato il pericolo di dispersione delle garanzie per il pagamento delle spese di giustizia relative al procedimento penale che lo ha visto coinvolto”. Il sacerdote, originario di Lusciano, era stato condannato per abusi sessuali su minore a otto anni sia in primo grado che in Appello: la Cassazione, presso la quale ha presentato ricorso, avrà l’ultima parola sul caso.
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