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Processo Eternit, arriva la condanna

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Non ci sono gli estremi per dichiararlo omicidio volontario secondo i giudici per considerare quegli otto operai deceduti

Non ci sono gli estremi per dichiararlo omicidio volontario. Secondo i giudici per considerare quegli otto operai deceduti come vittima di un’azione volontaria, consapevole, dunque intenzionale. Sono queste le valutazioni dei giudici di corte di assise, che hanno condannato l’imprenditore svizzero Stephan Ernest Schmidheiny, 74 anni, alla pena a tre anni e sei mesi: una condanna per l’ipotesi residuale di omicidio colposo per una sola delle otto vite spezzate dai danni dell’amianto.

Una lunga battaglia legale

Tutto ciò arriva al termine di una battaglia legale che non ha convinto i parenti delle parti offese, oggi alle prese con una doppia beffa: caduta l’accusa di omicidio volontario, sette degli otto casi sono stati prescritti; mentre viene firmata una condanna per un solo omicidio colposo, quello dell’operaio Antonio Balestrieri, stroncato da un male incurabile.

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