Cristina amava quel laghetto di acqua salata, chiuso tra gli scogli e la sabbia nera. D’estate, da bambina, restava per ore a giocare sulla spiaggia, a respirare l’odore del salmastro che si mischiava alle alghe essiccate e alle conchiglie consumate dal sole, mentre una particolare mistura di polvere, catrame, fasciame putrido e corde da ormeggio sembrava restarle addosso. Dalla villa degli Oleandri, costruita a strapiombo sulla scogliera, ci arrivava in pochi minuti dopo avere attraversato un sentiero circondato da canneti ingialliti dall’arsura e sbattuti dal vento… da questi ricordi si dipana “Ricciola di mare”, il nuovo libro di Mariella Romano.
