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Rifiutato il bronzo di Maradona regalato alla città di Napoli (VIDEO)

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il bronzo rifiutato: i dettagli

Domenico Sepe l’aveva concepito immediatamente dopo la scomparsa del Pibe de Oro, immaginandoselo come dono a tutti i tifosi azzurri. Poi, in occasione del primo anniversario della morte di Diego, l’inaugurazione della statua fuori lo stadio. Oggi, il cambio di rotta: il Comune, infatti, ha rifiutato il bronzo di Maradona donato dallo scultore.

Il bronzo rifiutato: una vicenda intricata

È una vicenda apparentemente complessa, quella che coinvolge Domenico Sepe, scultore partenopeo, e l’amministrazione comunale di Napoli, al quale l’artista aveva donato la statua – realizzata sull’onda dell’emozione subito dopo la scomparsa dell’idolo azzurro – affinché fosse posizionata all’esterno dello stadio in sua memoria. L’accordo, preso con i responsabili della giunta De Magistris, era stato mantenuto anche dagli attuali vertici comunali. Poi, però, a un certo punto non meglio definito, la comunicazione tra Sepe e il Comune è venuta meno, tant’è che l’artista è venuto a sapere che l’amministrazione aveva rifiutato il bronzo definitivamente solo in maniera indiretta.

Le motivazioni del Comune e la reazione di Sepe

“Gli uffici comunali hanno rappresentato all’attuale amministrazione la necessità  giuridico-amministrativa di procedere ad un atto specifico, come un’apposita delibera di Giunta, per assumere determinazioni definitive in merito alla donazione accettata dalla precedente amministrazione tenendo conto di alcune circostanze sopravvenute, in particolare degli esiti di alcune indagini penali svolte dalla magistratura inquirente napoletana, e di approfondimenti istruttori relativi al valore del bene oggetto della donazione”. Così recita la nota dell’amministrazione comunale che spiega le ragioni dietro la restituzione della statua all’artista.

Sepe, dicendosi estraneo a qualsiasi tipo di fatto giudiziario, si è confermato deluso e rammaricato per l’esito della vicenda. “Le criticità che ci sono oggi, le motivazione che ci sono oggi, sono le stesse del 25 novembre 2021“, ha sottolineato Sepe. “Parliamo di una cosa astratta, perché se quelle criticità erano criticità si potevano cambiare o si poteva dire ‘Con questo contratto non possiamo installare l’opera’ e io, nel rispetto delle istituzioni, avrei accettato qualsiasi decisione. Il mio rammarico più grande è che si sia arrivati a questo in modo secondo me non bello, soprattutto nei miei riguardi”.

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